Adobe sotto accusa per pratiche ingannevoli sugli abbonamenti
La celebre azienda californiana rischia una maxi-multa
Il governo degli Stati Uniti ha citato in giudizio la società Adobe, accusandola di pratiche commerciali fuorvianti legate alle sue offerte di abbonamento.
La denuncia presentata dal Dipartimento di Giustizia e sostenuta dalla Federal Trade Commission (FTC) afferma che Adobe ha nascosto i termini e le condizioni onerosi dei suoi piani di abbonamento, rendendo estremamente difficile per i consumatori disdire le sottoscrizioni.
Secondo la querela, Adobe avrebbe iscritto gli utenti in modo predefinito al suo programma di abbonamento annuale più redditizio, senza divulgare chiaramente i termini importanti come le spese di cancellazione anticipata che possono arrivare a centinaia di dollari.
Inoltre, l’FTC sostiene che Adobe abbia deliberatamente ostacolato il processo di disdetta, costringendo gli utenti a navigare attraverso molteplici pagine web e finestre pop-up, con chiamate telefoniche che cadono o con la necessità di ripetere più volte le ragioni della cancellazione.
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In risposta alle accuse, Adobe ha affermato di voler difendere la propria posizione nei tribunali, sostenendo la trasparenza dei suoi accordi di abbonamento e la semplicità del processo di cancellazione. Tuttavia, molti professionisti hanno espresso frustrazione per essersi sentiti intrappolati in abbonamenti Adobe, necessari per il loro lavoro, ma difficili da interrompere a causa delle tariffe nascoste e degli ostacoli burocratici.
Questa azione legale fa parte di un contesto più ampio di maggiore regolamentazione e scrutinio sulle pratiche commerciali online. La FTC, ad esempio, ha proposto nuove norme per rendere più agevole la disdetta delle sottoscrizioni, come la cosiddetta “click to cancel”, al fine di equiparare la facilità di cancellazione a quella dell’iscrizione iniziale.
In un momento in cui la trasparenza e la libertà di scelta dei consumatori sono sempre più importanti, questa denuncia contro Adobe rappresenta un chiaro segnale che le autorità sono determinate a far rispettare tali principi anche nel settore dei servizi digitali.
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