IA inarrestabile: la velocità del cambiamento spaventa Eric Schmidt
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Eric Schmidt, ex presidente e CEO di Google, avverte che stiamo per affrontare cambiamenti drammatici dovuti all’intelligenza artificiale molto prima di quanto ci si aspetti. In una recente intervista nel ciclo di incontri di Citadel su YouTube, ha dichiarato: “Non credo che la gente comprenda quanto velocemente tutto questo accadrà. Nei prossimi cinque anni, assisteremo a trasformazioni radicali nella nostra vita quotidiana”.
Questa affermazione acquista ulteriore rilevanza considerando che Schmidt ha co-scritto il libro The Age of AI: And Our Human Future con il Dr. Henry Kissinger e Daniel Huttenlocher, mettendo in luce rischi e opportunità legati all’IA.
Schmidt ha sottolineato che la tecnologia attuale già consente traduzioni istantanee e generazione di contenuti multimediali a partire da testi. Tuttavia, la prossima fase dell’IA promette un impatto ancora più significativo. “Presto vedremo agenti di IA in grado di convertire il testo in programmi”, ha spiegato. Questo significa che gli utenti potranno semplicemente esprimere le loro esigenze e la macchina scriverà ed eseguirà il codice necessario.
Questa evoluzione avrà un impatto notevole sull’industria del software, con Schmidt che prevede che “circa la metà del lavoro dei programmatori sarà svolto da un computer”, liberando così i professionisti da compiti ripetitivi e permettendo loro di concentrarsi su problemi più complessi.
Schmidt immagina un futuro in cui l’IA non solo automatizzerà compiti, ma sarà anche in grado di condurre ricerche scientifiche in modo autonomo. “I sistemi attuali possono risolvere problemi di fisica e chimica con un’efficacia dell’80-90% rispetto a un dottorando”, ha affermato. Questo solleva interrogativi sulla gestione del progresso tecnologico: “Dovremmo considerare l’IA come un’arma nucleare, ma di un tipo diverso”, ha avvertito.
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La necessità di regolamentazione
Un altro tema cruciale è la mancanza di un adeguato framework normativo per l’IA. Schmidt ha presieduto la Commissione Nazionale di Sicurezza dell’Intelligenza Artificiale negli Stati Uniti e ha espresso preoccupazione per il potenziale uso malevolo dell’IA senza una governance efficace.
“Stiamo creando strumenti che possono amplificare i pericoli esistenti. Se non gestiti con responsabilità, questi strumenti potrebbero essere utilizzati per scopi distruttivi”, ha dichiarato. Propone la creazione di un organismo regolatore internazionale per guidare i responsabili politici nella gestione delle opportunità e rischi presentati dall’IA.
Le implicazioni economiche dell’IA sono altrettanto profonde. Schmidt ha sollevato interrogativi su come l’aumento della produttività influenzerà la distribuzione della ricchezza: “Ci sarà un numero molto ridotto di persone che controlla la maggior parte delle risorse? O la ricchezza sarà distribuita in modo più equo?”.
Inoltre, ha messo in guardia sui dilemmi etici legati all’uso dell’IA, come nel caso in cui un’intelligenza artificiale generi contenuti problematici in contesti legali diversi. “Chi è responsabile quando la tecnologia commette un errore?”.
Nonostante i rapidi progressi dell’IA, Schmidt sottolinea l’importanza del fattore umano. “Ci saranno sempre aree in cui preferiremo l’interazione umana”, ha affermato, enfatizzando che la creatività e l’empatia sono qualità difficilmente replicabili dalle macchine.
Schmidt evidenzia anche il ruolo cruciale delle università nella formazione delle future generazioni di esperti di IA. “Dobbiamo finanziare le università come facciamo con la ricerca scientifica”, ha affermato, sottolineando la necessità di risorse adeguate per preparare gli studenti ad affrontare le sfide future.
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