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Il dente che sente e si rigenera: la rivoluzione bioingegneristica della Tufts University

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Sembra fantascienza, ma è pura innovazione scientifica. Alla Tufts University School of Dentistry and Medicine, un team di ricercatori ha progettato un impianto dentale bioingegnerizzato che non si limita a sostituire un dente perso: si integra con la gengiva, si connette ai nervi e torna a “sentire”.

Non parliamo di una semplice protesi. Questo nuovo impianto cresce, si adatta al corpo e comunica col cervello, proprio come farebbe un dente naturale. E sì, è in grado di percepire pressione e temperatura, restituendo al paziente una sensibilità reale e non più solo estetica.

Il cuore di questa tecnologia è un bioscaffold intelligente, una sorta di impalcatura biologica realizzata con cellule staminali e nanofibre di gomma. Il rivestimento esterno, una volta impiantato, si dissolve gradualmente, permettendo alla struttura interna di espandersi e ancorarsi ai tessuti molli, senza dover forare o danneggiare l’osso mascellare.

Il risultato? In poche settimane, l’impianto si integra perfettamente con la gengiva e comincia a formare nuove connessioni nervose, ripristinando il ponte naturale tra la cavità orale e il cervello.

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I primi test sui roditori hanno dato risultati incredibili: entro sei settimane dall’intervento, l’impianto si comporta come un dente vero, sia nella funzione che nella risposta sensoriale. Il paziente (in questo caso animale) può percepire pressione, calore e freddo, proprio come accade con un dente naturale.

Ma questa scoperta non si ferma alla bocca. Il principio su cui si basa — cioè stimolare la rigenerazione nervosa e l’integrazione con i tessuti molli — potrebbe essere applicato anche ad altri settori: protesi articolari, impianti ossei e persino nel trattamento delle fratture complesse.

Il passo successivo? Test su animali di taglia maggiore e, se tutto andrà come previsto, sperimentazioni cliniche sugli esseri umani.

Questo dente del futuro non è solo un sostituto, ma una vera estensione del corpo. Un dispositivo che si comporta come un dente naturale, ma che è stato interamente progettato in laboratorio, sfruttando il meglio della bioingegneria e delle nanotecnologie.

In un futuro non troppo lontano, potremmo davvero dire addio a viti in titanio e corone in ceramica. I denti artificiali del domani cresceranno dentro di noi, si connetteranno ai nostri nervi e ci faranno tornare a sentire ogni morso — come se non li avessimo mai persi.

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