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Nasce la pelle artificiale per robot: sente caldo, freddo e dolore

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Non è fantascienza, è realtà: gli scienziati hanno creato una pelle artificiale per robot capace di percepire il tatto, il calore e persino il dolore. Una rivoluzione per la robotica, che apre scenari impensabili fino a pochi anni fa.

Questa pelle, morbida e flessibile, riveste interamente una mano robotica, trasformandola in un vero e proprio sistema sensoriale avanzato. Ma la vera svolta è che non si limita a distinguere tra caldo e freddo o leggero e forte: riesce a interpretare più stimoli contemporaneamente, come pressione, temperatura, danni e tocchi multipli. Tutto nello stesso momento.

Un sistema nervoso artificiale

A differenza dei sistemi tradizionali, che usano sensori separati per ogni tipo di stimolo, questa pelle è composta da un idrogel conduttivo plasmabile in qualsiasi forma, contenente oltre 860.000 microscopici canali di conduzione. Il risultato? Una sensibilità estrema e una trasmissione dati potentissima: con soli 32 elettrodi sul polso, la pelle può elaborare più di 1,7 milioni di segnali.

Un sistema così avanzato ha richiesto l’integrazione con algoritmi di apprendimento automatico, addestrati a riconoscere diverse condizioni fisiche: calore e freddo, pressioni leggere o forti, tagli e graffi, tocchi simultanei.

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Verso robot più umani?

Per quanto questa pelle artificiale non sia ancora sensibile quanto quella umana, supera di gran lunga tutte le alternative esistenti, sia in termini di prestazioni che di costo. È infatti economica da produrre e facile da modellare, il che la rende perfetta per applicazioni su larga scala: protesi avanzate, robot di assistenza, automazione sensibile e persino interfacce tattili futuristiche.

Il prossimo passo? Renderla più resistente e testarla in condizioni reali, ad esempio nei settori medico, domestico o industriale. L’obiettivo è creare robot sempre più consapevoli del loro ambiente, capaci di interagire con delicatezza, riconoscere situazioni di pericolo o semplicemente afferrare un oggetto con cura.

Il futuro è (quasi) umano

Il progetto, sostenuto dal Samsung Global Research Outreach Program, rappresenta un balzo in avanti nel sogno di robot dotati di senso del tatto. Ma non solo: apre la porta a un’interazione tra uomo e macchina basata sul linguaggio universale del contatto.

In un mondo dove i robot stanno entrando in ospedali, case e fabbriche, sentire diventa un atto fondamentale. E ora, grazie a questa pelle rivoluzionaria, anche le macchine possono iniziare a capire cosa significa toccare. E farsi toccare.

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