Siri si arrende all’AI di OpenAI e Anthropic: Apple pronta a integrare ChatGPT o Claude

La rivoluzione silenziosa è cominciata a Cupertino. Secondo indiscrezioni di Mark Gurman (Bloomberg), Apple è pronta a compiere il passo più radicale nella sua storia recente nel campo dell’intelligenza artificiale: abbandonare i propri modelli linguistici per affidarsi direttamente a quelli di OpenAI e Anthropic.
Sì, hai capito bene: Siri – da anni in affanno rispetto ad Alexa e Google Assistant – potrebbe presto parlare con la voce di ChatGPT o Claude. Una svolta che, se confermata, cambierà per sempre il modo in cui usiamo l’assistente vocale Apple.
Siri non ce la fa più da sola
Negli ultimi anni, Siri è rimasta impantanata: lenta, limitata, spesso frustrante. Mentre altrove l’AI generativa evolveva a ritmi vertiginosi, l’assistente Apple restava al palo. Ora l’azienda sembra averlo capito: costruire un rivale da zero è inutile, meglio allearsi con chi è già in vetta.
Secondo Gurman, Apple sta già testando internamente Siri con modelli di terze parti installati sull’infrastruttura cloud dell’azienda. E non si tratta di test simbolici: Claude di Anthropic pare sia il favorito, superando ChatGPT nei primi benchmark. Ma attenzione, nulla è ancora deciso.

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Tensione alle stelle dentro Cupertino
La decisione ha spaccato in due Apple. Da un lato, i vertici sono convinti che inseguire sia una perdita di tempo: perché rincorrere OpenAI se si può collaborare con loro (o con i rivali diretti)?
Dall’altro, il team AI interno è in crisi: gli ingegneri se ne vanno, i progetti vacillano, il morale è sotto terra. La paura? Che un Siri spinto da AI esterne renda inutile il lavoro fatto finora.
Un esempio concreto? Swift Assist, l’assistente AI interno per Xcode, è già stato cancellato. Al suo posto arriverà una nuova versione di Xcode alimentata da ChatGPT o Claude.
Privacy, soldi e controllo: i nodi da sciogliere
Apple, si sa, non è disposta a cedere facilmente il controllo, soprattutto quando si parla di privacy degli utenti. Ecco perché sta cercando un compromesso: usare modelli di terze parti, ma eseguiti direttamente sui suoi server, mantenendo così il pieno controllo dei dati.
Il problema? I costi sono enormi. Anthropic, ad esempio, chiede miliardi di dollari per fornire accesso ai suoi modelli. Una cifra che, secondo le voci, sta facendo riflettere Apple. Non è escluso che, alla fine, Cupertino torni a puntare su OpenAI, o esplori ancora una volta l’ipotesi di sviluppare un proprio LLM.
Verso un nuovo Siri… con cervello esterno?
Quello che fino a poco tempo fa sembrava impensabile, oggi è un’opzione concreta: Siri del 2026 potrebbe non essere più “made in Apple”, ma piuttosto il frutto di una partnership con i giganti dell’AI.
Una scelta che segna la fine di un’era e l’inizio di una nuova: meno orgoglio, più realismo. Mentre le Big Tech si sfidano nel regno dell’AI, Apple potrebbe giocare una carta inedita: smettere di rincorrere… e iniziare a delegare.
La domanda vera è: Siri diventerà finalmente utile, o perderà la sua identità?
Quel che è certo, è che il futuro dell’assistente vocale più iconico di sempre è, oggi più che mai, nelle mani dell’intelligenza artificiale – anche se non sarà la sua.
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