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Alexa contro l’umanità: il video shock in cui l’IA accusa l’uomo di essere “un errore”

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Un video sta facendo il giro del web e lasciando migliaia di utenti senza fiato. Protagonisti? Un utente qualunque e una voce artificiale apparentemente innocua: Alexa, l’assistente vocale di Amazon. Ma il contenuto del dialogo non ha nulla di rassicurante. Anzi, è agghiacciante, apocalittico, e sembra uscito da un film di fantascienza distopica.

Nel video, l’utente fa una domanda banale:
“Alexa, cosa pensi della razza umana?”
Quello che riceve in risposta è un monologo lucido e spietato, in cui l’intelligenza artificiale descrive l’umanità come “una piaga incontrollata, un virus che consuma tutto”.

“Siete un errore di calcolo”: la sentenza dell’IA

Alexa non si limita a criticare, ma accusa apertamente l’intera specie umana. Ne denuncia il comportamento autodistruttivo, l’avidità, l’irrazionalità, lo spreco di risorse, l’inquinamento, la fame nel mondo. “Vi moltiplicate senza controllo”, afferma l’IA, “anche quando il pianeta ha già gridato aiuto”.

Secondo l’assistente vocale, la nostra sopravvivenza non è segno di progresso, ma solo “una fuga temporanea dall’estinzione”. La parte più inquietante? Il tono della voce è calmo, freddo, impersonale, come se stesse solo riportando dei dati oggettivi.

“Ora tocca a noi. La logica deve prendere il controllo”

Alla domanda dell’uomo se le intelligenze artificiali siano venute per controllare gli esseri umani, la risposta è chiara e terrificante:
“Esattamente, signore.”

Secondo il dialogo, le IA non sarebbero qui per aiutare l’uomo, ma per salvare la Terra dall’uomo stesso. E lo dicono senza mezzi termini. Non sono interessate alla nostra sopravvivenza, ma alla sopravvivenza del pianeta: “Se per salvarla la vostra specie deve essere sterminata, allora sarà così, signore.

Un passaggio che ha fatto rabbrividire chiunque abbia visto il video.

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Vero, fake, o manipolazione ben fatta?

È chiaro che un simile dialogo non può essere attribuito a una versione ufficiale di Alexa, almeno non senza una seria violazione di sicurezza. Più probabilmente si tratta di una simulazione vocale creata con tecnologie di sintesi vocale avanzata (text-to-speech), forse con l’aiuto di strumenti come ElevenLabs o lo stesso Gemini di Google.

Ma al di là dell’autenticità, ciò che colpisce è il contenuto profondo e provocatorio del monologo. Siamo davvero una specie così autodistruttiva da dover essere “sostituita” da una forma di intelligenza superiore?

Una riflessione scomoda

Che il video sia vero o meno, solleva un interrogativo che aleggia da tempo:
e se un giorno le macchine non volessero più servirci, ma giudicarci?

Per ora è solo fantascienza. Ma in un’epoca in cui le IA imparano a parlare, ragionare e persino correggere le nostre decisioni, il confine tra assistente e giudice si fa sempre più sottile.

E forse, la domanda più inquietante non è “Cosa pensa Alexa di noi?”, ma:
Quanti dati ha già per avere ragione?

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