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Altro che privacy. Google trasmette tutti i nostri dati…

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Il nostro compagno di vita è in realtà il nostro peggior nemico.

Lo specialista irlandese della sicurezza delle informazioni Douglas Leight ha scoperto che le applicazioni Google Dialer e Google Messaggi trasmettono informazioni sulle chiamate e inviano SMS ai server dell’azienda. Allo stesso tempo, gli utenti non vengono informati di nulla.

Google Dialer e Messaggi: un software super popolare

Google Dialer (“Google Phone”) è un’interfaccia per effettuare chiamate. L’app ha un elenco di contatti, una cronologia delle chiamate e un dialer. L’utilità Google Messaggi (“Messaggi Google”) consente di inviare e ricevere messaggi utilizzando gli standard SMS e MMS e, più recentemente, supporta RCS (Rich Communication Service).

Secondo il Play Store, entrambe le app hanno oltre 1 miliardo di installazioni. Alcuni produttori, come Samsung e Xiaomi, mettono tale software sui propri smartphone per impostazione predefinita.

Quali informazioni vengono inviate

Durante l’invio o la ricezione di SMS, Google Messaggi acquisisce l’ora dell’evento, il numero di telefono del mittente e parte del messaggio formattato in un hash utilizzando l’algoritmo SHA256. Da queste informazioni è possibile determinare quali due contatti stavano comunicando.

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Gli algoritmi di hashing sono progettati in modo che non possano leggere il messaggio originale. Tuttavia, gli esperti assicurano, data la potenza di calcolo odierna, non è difficile ripristinare parzialmente i dati.

Diciamo che quando si effettua una chiamata, l’applicazione Google Dialer ha registrato l’ora di inizio della conversazione e la sua durata. Sebbene la conversazione stessa non sia stata registrata, questo è sufficiente per capire chi ha comunicato con chi.

Le informazioni vengono inviate ai server della “corporation of good” attraverso due canali di analisi: Google Play Services Clearcut e Firebase Analytics. Gli utenti non hanno la possibilità di rinunciare a questa procedura.

Big G risolverà la situazione?

Douglas Leith ha segnalato a Google il problema relativo alla privacy che ha riscontrato. La società intende adottare diverse misure per affrontare la situazione:

  • Revisionare la procedura per il primo avvio dell’applicazione, indicando i link alla privacy policy;
  • Interrompere la raccolta del numero di telefono e l’hash del testo del messaggio;
  • Interrompere la registrazione degli eventi in Firebase Analytics;
  • Collegare i dati a identificatori di smartphone temporanei anziché permanenti.

Come osserva il ricercatore irlandese, anche se il colosso informatico si rifiuta di raccogliere informazioni, alcuni dei dati verranno comunque inviati all’azienda. “Questo è il primo studio sulla privacy per i servizi Google e questa è solo la punta dell’iceberg, afferma Leith.

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