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Approvata la legge Piracy Shield: VPN e DNS sotto controllo, ISP a rischio

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Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato italiano hanno approvato proposte di legge modificate che richiedono ai servizi VPN e DNS, ovunque situati, di bloccare i contenuti piratati segnalati dai titolari dei diritti. Inoltre, altri fornitori di servizi, tra cui gli ISP, saranno obbligati a segnalare alle autorità competenti le attività criminali di cui vengono a conoscenza, pena una pena detentiva fino a un anno.

Questa nuova legislazione, nota come Legge 93/2023, mira a contrastare la pirateria online in Italia. Innanzitutto, il blocco di siti e servizi non lesivi è consentito solo se il server/le risorse condivise sono utilizzati “prevalentemente” per la violazione. Inoltre, è stata introdotta la possibilità di richiedere la revoca del blocco per chi ne è stato negativamente colpito. Inoltre, è stato chiarito che i “servizi DNS alternativi” si riferiscono ai “DNS disponibili al pubblico“, quindi gli utenti Pi-Hole possono rilassarsi.

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D’altra parte, è stata rimossa la proposta di bloccare un numero illimitato di domini/indirizzi IP. Tuttavia, sono state introdotte disposizioni per consentire lo sblocco di domini/indirizzi IP dopo sei mesi, se l’uso illegale è cessato. Infine, è stato introdotto un meccanismo per la rimozione di domini/indirizzi IP dalla piattaforma Piracy Shield.

Inoltre, è stato rimosso l’obbligo per i fornitori di servizi di segnalare sospette attività criminali. Invece, è stato introdotto un requisito per cui, quando un fornitore di servizi “viene a conoscenza” di attività criminali in corso, deve segnalarle immediatamente alle autorità, pena una pena detentiva fino a un anno.

La votazione finale è prevista per oggi e, se approvata, la nuova legislazione potrebbe entrare in vigore in meno di una settimana. Tuttavia, l’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha criticato duramente le modifiche, definendole “un’iniziativa che tradisce due anni di impegno e leale collaborazione nel settore” e “una norma incostituzionale e indeterminata, che imporrebbe obblighi di sorveglianza generalizzati agli operatori di Internet”.

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