Chrome diventa “telepatico”: l’AI di Google pronta a ritrovare ciò che hai dimenticato

Cercare informazioni sul web sta per cambiare di nuovo pelle. E questa volta non si tratta solo di riassunti intelligenti o risposte generate al volo. In una versione di prova di Google Chrome è emersa una nuova funzione che promette di risolvere uno dei problemi più frustranti della navigazione moderna: ritrovare una pagina vista in passato… anche quando non ricordi nulla di preciso.
Niente URL, niente parole chiave, niente segnalibri salvati all’ultimo secondo. Solo una domanda, scritta come la formuleresti a una persona.
La barra degli indirizzi diventa un motore della memoria
Secondo quanto scoperto da alcuni media specializzati analizzando il codice di Chrome Canary, la modalità AI del browser sarà integrata direttamente nella barra degli indirizzi. È lì che potrai digitare domande in linguaggio naturale su ciò che hai già visto online.
Tipo: “Qual era quell’articolo sullo spazio che avevo letto la settimana scorsa?”
Oppure: “Mostrami quella guida che parlava di intelligenza artificiale e privacy”.
Il browser non si limiterà a cercare su Google. Analizzerà la tua cronologia, interpreterà il contesto della richiesta e proverà a individuare la pagina esatta che avevi in mente, anche se non ricordi titolo, sito o data.

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L’idea è chiara: trasformare Chrome in una sorta di archivio intelligente della tua esperienza sul web. Un assistente che non solo ti aiuta a trovare nuove informazioni, ma che ricorda cosa hai già visto per te.
Se la funzione funzionerà come promesso, potrebbe ridurre drasticamente la dipendenza da segnalibri, note sparse e cronologie infinite difficili da consultare. In pratica, la memoria del browser diventa interrogabile, quasi come un motore di ricerca personale.
Per ora è solo un test (ma dice molto sul futuro)
Al momento, questa opzione è stata individuata solo nel codice di Chrome Canary, la versione sperimentale del browser usata da sviluppatori e tester. Non c’è ancora una data ufficiale per il rilascio pubblico, né la certezza che la funzione arrivi identica nella versione stabile.
Ma il segnale è chiaro: Google sta spingendo sempre di più verso un browser proattivo, capace non solo di mostrarti il web, ma di capirlo, ricordarlo e collegarlo al tuo comportamento.
E a quel punto la domanda non sarà più “dove ho visto quella pagina?”, ma piuttosto: quanto della nostra memoria digitale stiamo delegando all’intelligenza artificiale?
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