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Colpo storico a Google: la Corte Suprema ordina di aprire Android dopo la vittoria di Epic Games

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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha inflitto un duro colpo a Google, respingendo la richiesta di rinviare l’ingiunzione nel caso antitrust contro Epic Games. In altre parole, Mountain View ha solo due settimane di tempo per modificare radicalmente l’ecosistema Android.

La decisione conferma la vittoria di Epic dopo anni di battaglie legali e segna un punto di svolta nella storia del mobile: Android dovrà aprirsi alla concorrenza, permettendo agli sviluppatori di scegliere liberamente come vendere e distribuire le proprie app.

Google deve “liberare” Android

L’ordinanza impone a Google una serie di cambiamenti drastici, che di fatto mettono fine al monopolio del Play Store:

  • Rimuovere l’obbligo di usare il sistema di pagamento di Google Play.
  • Consentire agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento alternativi, anche tramite link esterni.
  • Lasciare ai creatori la libertà di stabilire i propri prezzi.
  • Eliminare i programmi di esclusiva basati sulla condivisione dei ricavi con Google.
  • Collaborare con Epic Games per costruire un ecosistema più aperto, in grado di accogliere store di terze parti.

Si tratta di un vero terremoto per il mercato delle app, che potrebbe ridefinire l’equilibrio dei poteri nel mondo Android.

Tim Sweeney: “Una vittoria per tutti gli sviluppatori”

Il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha celebrato la sentenza come una vittoria per l’intera industria del software. Dal 22 ottobre, ha spiegato, “gli sviluppatori negli Stati Uniti saranno finalmente liberi di indirizzare gli utenti di Google Play verso pagamenti out-of-app, senza commissioni, avvisi intimidatori o barriere artificiali”.

Secondo Sweeney, questa decisione avvicina Android al modello di libertà che Epic auspica da anni — un mondo in cui le piattaforme non impongono regole di pagamento o distribuzione.

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Google: “Una decisione che mette a rischio la sicurezza”

Dall’altra parte, Google non nasconde la delusione ma promette battaglia. In una dichiarazione a The Verge, un portavoce ha commentato:

“Android offre più scelta di qualsiasi altro sistema operativo mobile. Tuttavia, le modifiche ordinate dal tribunale mettono a rischio la sicurezza degli utenti e la loro capacità di scaricare app in modo sicuro. Continueremo il nostro ricorso.”

In sostanza, Google teme che l’apertura forzata del sistema aumenti il rischio di malware e frodi, togliendo al Play Store il controllo sulle app distribuite.

Un precedente che può cambiare tutto

Ma la posta in gioco è molto più alta. La decisione della Corte Suprema non solo costringe Google a ripensare il modello di business del Play Store negli Stati Uniti, ma potrebbe aprire la strada a nuove azioni antitrust in Europa e in altri Paesi.

Dopo anni di accuse di abuso di posizione dominante, il colosso di Mountain View si trova ora a un bivio: accettare la rivoluzione imposta dai tribunali o rischiare di vedere la propria influenza erosa pezzo dopo pezzo.

Epic, intanto, festeggia una vittoria simbolica e strategica. Una vittoria che non riguarda solo Fortnite o i suoi store digitali, ma l’intero futuro del software mobile, dove la libertà — almeno per ora — sembra aver vinto sulla chiusura.

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