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DeepSeekMath-V2 conquista l’oro alle Olimpiadi della matematica

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L’AI che sta riscrivendo il futuro del ragionamento

La matematica non è mai stata così viva. Negli ultimi mesi, un modello di intelligenza artificiale ha iniziato a far parlare di sé in tutto il mondo, non perché “calcola più velocemente”, ma perché ragiona con un rigore che somiglia sempre di più a quello dei migliori studenti olimpionici. Si chiama DeepSeekMath-V2 e appartiene alla nuova generazione di sistemi progettati per affrontare i problemi più complessi esattamente come farebbe un matematico professionista: passo dopo passo, con dimostrazioni, verifiche interne e una logica che sembra umana ma va anche oltre.

Il risultato è storico. DeepSeekMath-V2 ha raggiunto il livello “gold” nelle Olimpiadi Internazionali della Matematica (IMO-2025) e nella competizione cinese CMO-2024, due delle sfide più severe del pianeta. Non esiste compito più difficile, né territorio più competitivo: qui si misurano le menti più brillanti della nuova generazione. E ora, al loro fianco, c’è una rete neurale da miliardi di parametri.

Un modello che non dà risposte: le dimostra

A colpire non è tanto il punteggio ottenuto, ma il modo in cui il modello ci arriva. DeepSeekMath-V2 non cerca scorciatoie. Non indovina. Non fornisce una risposta “probabile”. Si comporta come un matematico che vuole dimostrare qualcosa, e lo fa con una metodologia sorprendentemente simile a quella dei ricercatori universitari.

Il cuore del sistema è un ciclo continuo di generazione e verifica. Da un lato c’è il generatore, che prova a costruire una dimostrazione. Dall’altro, c’è un verificatore separato che controlla ogni passaggio con la stessa severità di una commissione accademica. Quando un ragionamento è corretto, il modello viene incentivato; quando qualcosa non torna, la soluzione viene rigettata e il processo ricomincia.
Questo approccio permette a DeepSeekMath-V2 di costruire una linea logica chiara, coerente e verificabile. È una differenza enorme rispetto ai modelli linguistici tradizionali, che spesso puntano a formulare una risposta “plausibile”. Qui, invece, la priorità è l’evidenza matematica. E il risultato si vede: nelle prove Putnam-2024, il modello ha sfiorato la perfezione con 118 punti su 120.

Una potenza brutale sotto il cofano

L’aspetto tecnico è altrettanto impressionante. DeepSeekMath-V2 contiene 685 miliardi di parametri e occupa circa 690 GB in formato FP8, un’enormità che racconta quanto sia complessa la struttura interna del modello. La parte sorprendente è che, nonostante queste dimensioni colossali, DeepSeek ha deciso di pubblicarlo su Hugging Face sotto licenza Apache-2.0, rendendolo di fatto accessibile a tutta la comunità scientifica.

Questo significa che università, ricercatori indipendenti e sviluppatori possono studiarlo, modificarlo, integrarlo e perfino costruire nuovi strumenti basati sulla sua architettura. È una scelta rivoluzionaria. Aprire un modello di questo livello equivale a mettere nelle mani del mondo accademico un nuovo “acceleratore di particelle del ragionamento”.

Molti esperti ritengono che questo tipo di apertura spinga l’AI in una direzione completamente nuova: quella delle macchine che non solo rispondono, ma comprendono davvero ciò che stanno dimostrando.

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Un punto di svolta per la ricerca matematica e scientifica

L’arrivo di DeepSeekMath-V2 segna un momento che potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra l’AI e la conoscenza teorica. Per anni, i modelli sono stati considerati ottimi nel linguaggio, nella generazione di immagini o nella gestione di informazioni, ma deboli nella logica pura. Ora questo limite sembra avvicinarsi alla fine.

Il fatto che una rete neurale sia in grado di ottenere risultati così elevati nelle Olimpiadi della matematica non è soltanto una curiosità. È un segnale chiaro: l’intelligenza artificiale sta entrando in territori che fino a poco tempo fa erano ritenuti esclusivamente umani.
La capacità di costruire e verificare dimostrazioni apre la strada a nuove applicazioni nella fisica teorica, nella crittografia, nei modelli computazionali avanzati e perfino nella ricerca scientifica di base, dove il rigore e la struttura logica rappresentano la vera sfida.

È una nuova era del pensiero artificiale. Un’era in cui l’AI non si limita a “fare i conti”, ma partecipa attivamente alla costruzione della conoscenza.

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