Dopo Facebook, Trump chiede il reintegro su Twitter
Trump vuole tornare su Twitter e molto probabilmente ce la farà!
Il blackout che ieri ha pralizzato internet e messo offline vari social network, ha messo in chiaro una cosa: Twitter, Facebook, Google, Amazon e il resto di Big Tech, non sono al sicuro.
Ieri 4 ottobre 2021, il mondo ha assistito al più grande blackout informatico della storia. Facebook, Instagram, WhatsApp ma anche banche, gestori di telefonia mobile, Amazon, Google (Gmail) e tanti altri servizi, sono andati offline. Chi ne ha pagato più di tutti le conseguenze è stato proprio il gruppo Facebook che ha visto le sue piattaforme andare fuori servizio per ben sette ore.
Oltre al notevole danno economico registrato dall’azienda di Mark Zuckerberg, alcuni canali di informazione indipendente hanno notato fatto alquanto singolare: l’account Facebook di Donald Trump è online!
L’ex presidente degli Stati Uniti come ricorderete, è stato bannato dalle piattaforme social di regime a causa delle dichiarazioni pubblicate in seguito alle vicende del Campidoglio del 6 gennaio scorso.
A dire il vero, su internet non c’è alcuna traccia del suo ritorno sulla piattaforma di Zuckerberg ma stando all’ultimo commento di un suo supporter, pare che il reintegro dell’account sia avvenuto tacitamente già dai primi di giugno 2021.
Come riportato oggi da Fox Business, Trump chiede al giudice della Florida di costringere Twitter a riavviare il suo account. La causa intentata in Florida sostiene che la società di social media è stata “costretta” dai membri del Congresso a sospendere il suo account.
Venerdì l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto a un giudice federale della Florida di chiedere a Twitter di ripristinare il suo account, che la società ha rimosso a gennaio citando un rischio di incitamento alla violenza.
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Trump ha presentato una richiesta di ingiunzione preliminare contro Twitter presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale della Florida, sostenendo che la società di social media è stata “costretta” dai membri del Congresso degli Stati Uniti a sospendere il suo account.
Twitter e molte altre piattaforme di social media hanno bandito Trump dai loro servizi dopo che una folla di suoi sostenitori ha attaccato il Campidoglio degli Stati Uniti in una rivolta mortale il 6 gennaio.
Quell’assalto ha seguito un discorso di Trump in cui ha ribadito false affermazioni secondo cui la sua perdita elettorale a novembre era dovuta a una frode diffusa, un’affermazione respinta da più tribunali e funzionari elettorali statali.
Twitter “esercita un grado di potere e controllo sul discorso politico in questo paese che è incommensurabile, storicamente senza precedenti e profondamente pericoloso per aprire un dibattito democratico”, hanno affermato gli avvocati di Trump nel documento. Il deposito è stato segnalato in precedenza da Bloomberg.
Twitter ha rifiutato di commentare il deposito quando è stato contattato da Reuters.
Prima di essere bloccato, Trump aveva più di 88 milioni di follower su Twitter e lo usava come megafono sui social media.
Nel deposito del tribunale, Trump ha sostenuto che Twitter ha permesso ai talebani di twittare regolarmente sulle loro vittorie militari in tutto l’Afghanistan, ma lo ha censurato durante la sua presidenza etichettando i suoi tweet come“informazioni fuorvianti” o indicando che violavano le regole dell’azienda contro la “glorificazione della violenza”.
A luglio Trump ha citato in giudizio Twitter, Facebook Inc e Google di Alphabet Inc, così come i loro amministratori delegati, sostenendo di aver messo illegalmente a tacere i punti di vista conservatori.
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