Fact-checking: Meta continua a sopprimere l’informazione indipendente
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Negli ultimi giorni, si è diffusa la voce che Mark Zuckerberg abbia deciso di rimuovere il fact-checking da Facebook e Instagram, portando a un aumento dei dubbi e delle preoccupazioni riguardo alla veridicità delle informazioni condivise sulla piattaforma. Tuttavia, questa affermazione è fuorviante e non riflette la realtà delle operazioni di moderazione dei contenuti di Meta.
Recentemente, ho condiviso un post contenente un articolo che discuteva la decisione di PayPal di congelare gli account di utenti che si opponevano alla narrativa ufficiale sulla pandemia di COVID-19. Sorprendentemente, il mio post è stato rimosso dalla piattaforma, portandomi a interrogarmi sulla situazione attuale del fact-checking e della libertà di espressione sui social media del gruppo Meta.
Contrariamente a quanto affermato da alcuni, Facebook non ha abolito il fact-checking. La piattaforma continua a collaborare con verificatori di fatti indipendenti per esaminare e validare le notizie diffuse, anche se si tratta di notizie vere! Questi verificatori hanno il compito di valutare l’accuratezza delle informazioni e, se necessario, contrassegnare i contenuti che risultano fuorvianti o falsi.
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Censura o moderazione dei contenuti?
La rimozione del mio post è a tutti gli effetti un atto di censura, e non ha niente a che vedere con le inutili linee guida comunitarie che regolano i contenuti consentiti sulla piattaforma. Se un post viola queste normative, può essere rimosso e lo accetto, ma non tollero che venga fatto solo perché su Facebook non è ancora possibile criticare la propaganda del COVID-19. Questo processo è parte della strategia di Facebook per mantenere inalterata la propaganda governativa fortemente voluta da Biden e da coloro che avevano interesse a censurare determinate notizie.
Le decisioni di moderazione dei contenuti da parte di Facebook hanno suscitato reazioni contrastanti. Molti utenti vedono la rimozione di contenuti critici come un segnale di censura, mentre altri sostengono che sia necessario proteggere il pubblico da disinformazione e notizie false. Tuttavia, molte delle cosiddette fake-news, si sono rivelate vere, nonostante il buon Mark abbia accettato l’ordine di censurarle.
Il mio parere
Il fact-checking sui social media di regime è un dibattito complesso, che mette in evidenza il delicato equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità nella diffusione delle informazioni. È fondamentale continuare a monitorare e discutere queste dinamiche in evoluzione. La questione del fact-checking e della moderazione dei contenuti su piattaforme come Facebook è destinata a rimanere al centro del dibattito pubblico, specialmente in un’era in cui la disinformazione può avere conseguenze significative.
Non sono mai stato un grande estimatore dei social media ed in particolar modo di tutti i prodotti del gruppo Meta, ma questa a mio avviso, è l’ennesima dimostrazione di quanto Facebook e Instagram continuino a censurare l’informazione indipendente. VERGOGNA!
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