Francia, nasce l’IA contro i falsi medici: ma chi controllerà chi?

In Francia è stata annunciata una nuova intelligenza artificiale “anti-fake” pensata per contrastare la disinformazione sanitaria.
La piattaforma Doctolib, leader nel settore delle prenotazioni mediche online, ha presentato un assistente AI capace di fornire risposte “verificate” alle domande dei pazienti, filtrando notizie e contenuti medici provenienti da fonti non ufficiali.
Un’iniziativa che, almeno sulla carta, mira a difendere la salute pubblica. Ma tra entusiasmo e prudenza, resta una domanda inevitabile: chi decide cosa è vero e cosa no in medicina?
L’IA “ufficiale” della salute francese
Doctolib ha sviluppato il nuovo sistema in collaborazione con medici e ricercatori francesi, sottolineandone il rigore scientifico e la conformità agli standard europei.
L’obiettivo dichiarato è quello di combattere il dilagare di consigli sanitari pericolosi, diffusi da presunti esperti su TikTok, Instagram o YouTube, piattaforme dove la viralità spesso supera la competenza.
L’assistente sarà integrato direttamente nell’app Doctolib, consultata ogni giorno da oltre 50 milioni di utenti in Francia, e fornirà risposte automatiche basate su dati scientifici validati, evitando così — almeno nelle intenzioni — che i pazienti si affidino a fonti non attendibili.
Un sistema utile, ma potenzialmente “autoritario”
L’idea di un’AI che filtra la verità medica può sembrare sensata, ma solleva anche timori legittimi.
La pandemia di Covid-19 ha insegnato che, quando la scienza viene gestita come un dogma, la trasparenza rischia di scomparire.
Molti ricordano le comunicazioni contraddittorie, i dati parziali e la mancanza di dibattito aperto su temi delicati, dai protocolli terapeutici agli effetti collaterali dei farmaci.
Creare un’intelligenza artificiale che stabilisce ciò che è “vero” potrebbe, se non vigilata correttamente, replicare lo stesso meccanismo di censura travestita da tutela scientifica.
Chi controllerà gli algoritmi?
Quali fonti saranno considerate “ufficiali”?
E soprattutto: sarà ancora possibile discutere opinioni mediche divergenti senza essere etichettati come “fake news”?

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Il precedente dell’automazione medica
Doctolib utilizza già sistemi di intelligenza artificiale per supportare i medici nella burocrazia, dalla fatturazione al trasferimento dei dati sanitari.
Finora, questi strumenti hanno contribuito a oltre 5 milioni di consultazioni, alleggerendo il carico amministrativo del personale sanitario.
Ma ora la direzione è diversa: non si tratta più solo di aiutare i medici, bensì di mediare la conoscenza tra medico e paziente — una posizione che comporta un enorme potere informativo.
Scienza o “scienzah”?
Il rischio, secondo alcuni osservatori, è che l’AI di Doctolib possa trasformarsi in una nuova autorità scientifica centralizzata, più vicina agli interessi istituzionali che alla pluralità del pensiero medico.
La scienza vera, quella che si basa sul dubbio e sulla verifica, non dovrebbe temere il confronto, ma un algoritmo programmato per “proteggere” il pubblico potrebbe finire per limitare proprio quel confronto.
In un’epoca in cui il business della salute muove miliardi e le piattaforme digitali filtrano ciò che vediamo, l’idea di una “IA ufficiale” per distinguere il vero dal falso suona tanto promettente quanto inquietante.
L’intento nobile e la necessità di vigilanza
Non c’è dubbio che l’obiettivo di Doctolib sia nobile e necessario: aiutare le persone a orientarsi tra miriadi di informazioni mediche spesso contraddittorie.
Ma affinché questa iniziativa non diventi un ulteriore strumento di controllo informativo, servirà una trasparenza totale sugli algoritmi, sulle fonti utilizzate e sui criteri di verifica.
In fondo, la vera sfida non è distinguere le fake news, ma difendere la libertà di cercare la verità anche quando fa domande scomode.
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