Giappone, il primo computer quantistico nazionale segna l’inizio di una nuova era

Il Giappone ha appena compiuto un passo che entrerà nei libri di storia: il 28 luglio 2025 è stato acceso il primo computer quantistico interamente nazionale, sviluppato presso il Center for Quantum Information and Quantum Biology (QIQB) dell’Università di Osaka. Non si tratta solo di un traguardo tecnologico, ma di una dichiarazione di sovranità digitale: ogni singolo componente, dall’hardware al software, porta il marchio “Made in Japan”.
Il cuore superconduttore
Alla base del sistema c’è una Quantum Processing Unit (QPU) basata su qubit superconduttori, raffreddati a temperature prossime allo zero assoluto. La QPU è stata sviluppata dal prestigioso RIKEN, mentre altri componenti chiave – dai pacchetti chip ai filtri a basso rumore – sono stati forniti da aziende giapponesi come Seiken. Tutto è racchiuso in un sofisticato frigorifero a diluizione capace di mantenere condizioni criogeniche estreme, necessarie per il calcolo quantistico.
OQTOPUS: il software open source che fa la differenza
A rendere questo progetto ancora più rivoluzionario è il fatto che il Giappone ha scelto la strada dell’open source. Il computer utilizza infatti la toolchain OQTOPUS (Open Quantum Toolchain for Operators and Users), una suite di strumenti aperti che permette di programmare, gestire e persino connettersi via cloud al sistema.
In questo modo, il Giappone non solo si posiziona all’avanguardia nella ricerca quantistica, ma offre al mondo un modello di trasparenza, collaborazione e accessibilità.
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Potenzialità e ostacoli
Il calcolo quantistico promette di superare i supercomputer tradizionali in campi cruciali come la ricerca farmaceutica, la logistica e la gestione dei trasporti. Ma le sfide non mancano: l’alto tasso di errore dei qubit rimane il problema principale, e lo sviluppo della Quantum Error Correction (QEC) sarà fondamentale per rendere questa tecnologia davvero affidabile e pronta per un utilizzo su larga scala.
Un messaggio al mondo
La presentazione all’Expo 2025 di Osaka ha avuto un forte valore simbolico: il Giappone ha mostrato non solo un gioiello tecnologico, ma anche la volontà di condividere il proprio progresso con la comunità globale. I visitatori hanno potuto connettersi al sistema tramite cloud ed eseguire programmi quantistici di base, toccando con mano il futuro dell’informatica.
Il Giappone come faro della rivoluzione quantistica
Con questo lancio, il Giappone si candida a leader della nuova rivoluzione tecnologica, dimostrando che il calcolo quantistico non è solo competizione tra superpotenze, ma può essere anche un terreno di collaborazione internazionale e sviluppo condiviso.
Il messaggio è chiaro: il futuro dell’informatica è quantistico. E il Giappone ha appena acceso la miccia.
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