GitHub si trasferisce su Azure: addio ai progetti “scomodi”?

GitHub si prepara a un cambiamento epocale: nei prossimi 12-24 mesi abbandonerà i propri datacenter per trasferirsi interamente sull’infrastruttura cloud di Azure, cioè di Microsoft, la sua stessa azienda madre.
Una mossa che molti definiscono “inevitabile”, ma che segna anche la fine simbolica dell’indipendenza tecnica della piattaforma open-source più famosa del mondo. A rivelarlo è Tom Warren di The Verge, una delle fonti più autorevoli dell’universo Microsoft, e le implicazioni sono tutt’altro che banali.
Addio ai datacenter in Virginia: GitHub diventa un servizio Microsoft a tutti gli effetti
Oggi GitHub ospita il suo enorme database – milioni di repository pubblici e privati – su server proprietari situati principalmente in Virginia. Ma, secondo il CTO Vladimir Fedorov, questa infrastruttura non basta più:
“Siamo limitati nella capacità dei datacenter e non possiamo aumentarla nella regione della Virginia del Nord. Dobbiamo farlo. È fondamentale che GitHub possa scalare per soddisfare le esigenze di AI e Copilot, e Azure è la strada da prendere.”
Il messaggio è chiaro: la crescita dell’intelligenza artificiale, in particolare GitHub Copilot, richiede una potenza di calcolo che solo Azure può offrire. Da qui la decisione di migrare tutto, con una tempistica piuttosto aggressiva: 18 mesi di lavoro più 6 di margine per eventuali imprevisti.
Una migrazione “colossale” con rischi altissimi
Non è la prima volta che GitHub annuncia un piano simile. Già in passato la dirigenza aveva promesso il passaggio completo ad Azure, ma ogni volta i progetti si erano arenati a causa della complessità tecnica.
Fedorov ammette che più una migrazione del genere si prolunga, più cresce il rischio di fallimento. Per questo, nei prossimi mesi, i team di GitHub sospenderanno temporaneamente lo sviluppo di nuove funzioni per concentrarsi sul “trasloco digitale” più delicato della storia della piattaforma.
Dietro le quinte, Microsoft ha tutto l’interesse a far sì che l’operazione riesca: GitHub ora appartiene alla divisione CoreAI, e il passaggio su Azure permetterà una sinergia totale con l’ecosistema AI di Redmond, dove Copilot, Office, Windows e Bing lavorano ormai su un’unica base tecnologica.

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Ma cosa cambierà per la comunità open source?
È qui che iniziano le domande più spinose. GitHub è sempre stato considerato un territorio neutrale, una sorta di “biblioteca mondiale del codice”, dove trovavano spazio anche progetti controversi o ai limiti del copyright.
Con la migrazione su Azure, però, tutti i dati, repository e backup passeranno sotto il controllo diretto dei sistemi Microsoft. E questo, inevitabilmente, apre un nuovo capitolo su privacy, censura e libertà di pubblicazione.
Sarà ancora possibile trovare software che violano il copyright?
È qui che la questione si fa davvero interessante. GitHub, da tempo, riceve richieste di rimozione DMCA per script, bot, player IPTV, strumenti di download video o musica e perfino addon per Kodi o software di reverse engineering.
Finora, molte di queste segnalazioni venivano gestite in modo “tollerante”: alcuni repository venivano rimossi, altri semplicemente oscurati, altri ancora ricomparivano con nomi diversi. Ma con il passaggio totale ad Azure, Microsoft avrà un controllo molto più diretto, automatizzato e integrato con i propri sistemi di sicurezza e con le policy DMCA internazionali.
In pratica, le segnalazioni di violazione verranno elaborate più velocemente, e sarà molto più difficile far sopravvivere repository di strumenti legati allo streaming non autorizzato.
Chi pubblica o mantiene software “borderline” (come downloader, scraper, IPTV client, tool per estrarre chiavi M3U o bypass DRM) dovrà prepararsi a una stagione molto più dura. Non è escluso che GitHub adotti filtri preventivi, come fa già Google Drive o OneDrive, bloccando il caricamento di file riconosciuti come “a rischio”.
Un futuro più sicuro… o più controllato?
Ufficialmente, questa mossa serve a garantire scalabilità, affidabilità e supporto all’AI. Ma di fatto segna anche la piena integrazione di GitHub nell’apparato Microsoft, con tutte le implicazioni che ne derivano: meno indipendenza, più automazione, più tracciamento.
Per gli sviluppatori onesti, questo potrebbe significare prestazioni migliori e integrazione più stretta con Copilot.
Per chi invece si muove nelle zone grigie dello streaming, dei bot o del reverse engineering, il tempo di GitHub come “porto franco” del codice potrebbe essere finito.
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