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Google Chrome potrebbe diventare a pagamento: l’intelligenza artificiale avanzata dietro abbonamento

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Google Chrome è da anni sinonimo di browser gratuito, universale e onnipresente. Ma qualcosa, sotto la superficie, sta iniziando a cambiare. Nelle versioni di test del motore Chromium sono emersi riferimenti che fanno discutere: le future funzioni di intelligenza artificiale del browser potrebbero essere bloccate dietro un abbonamento a pagamento. Non un’estensione opzionale, ma funzionalità integrate direttamente nel cuore di Chrome e dei browser che condividono lo stesso motore.

La scoperta arriva da Leopeva64, noto tester e analista del codice Chromium, che ha individuato riferimenti espliciti a funzioni AI “premium”. L’idea è chiara: Google starebbe preparando una nuova fase del browser, dove l’intelligenza artificiale non è più solo un supporto marginale, ma un servizio avanzato da monetizzare.

Chrome, in realtà, ha già iniziato questo percorso. Oggi integra alcune funzioni di base basate su Gemini, come la ricerca assistita dall’intelligenza artificiale e strumenti contestuali per la navigazione. Sono funzioni ancora limitate, pensate per migliorare l’esperienza senza stravolgerla. Ma secondo quanto emerge dal codice, il passo successivo sarebbe molto più ambizioso.

Un browser che diventa un agente AI

Tra le novità in fase di sviluppo spicca una possibile modalità “agente AI”, un’evoluzione profonda del concetto di browser. Non più solo una finestra sul web, ma uno strumento capace di analizzare contenuti, riassumere pagine, suggerire azioni, forse persino eseguire compiti complessi al posto dell’utente. Una trasformazione che segue la stessa direzione intrapresa da altri prodotti Google, sempre più orientati a diventare assistenti intelligenti permanenti.

Il dettaglio che cambia tutto è però un altro. Le stringhe di codice suggeriscono che almeno una parte di queste funzioni non sarà gratuita. L’accesso alle capacità AI più avanzate, inclusi i modelli linguistici più recenti, potrebbe richiedere un abbonamento separato. Uno schema già visto con Gemini, che offre una versione base gratuita e livelli superiori riservati agli utenti paganti.

Se confermato, sarebbe un cambio di paradigma importante. Chrome resterebbe utilizzabile senza costi, ma il vero valore aggiunto verrebbe spostato dietro paywall, trasformando il browser in una piattaforma a due velocità.

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Il silenzio di Google e le implicazioni per gli utenti

Al momento, Google non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Nessuna conferma, nessuna smentita. Ma il silenzio, unito alla presenza di riferimenti chiari nel codice di Chromium, lascia intendere che l’idea sia quantomeno sul tavolo. E quando Google testa qualcosa a questo livello, raramente si tratta di un semplice esperimento senza seguito.

Le implicazioni sono tutt’altro che marginali. Chrome domina il mercato dei browser e Chromium è alla base di alternative come Edge, Brave e Opera. Se Google dovesse introdurre funzioni AI avanzate a pagamento direttamente nel motore, l’intero ecosistema ne risentirebbe, creando una nuova linea di separazione tra chi può permettersi l’AI “di ultima generazione” e chi no.

Il rischio, per molti utenti, è quello di assistere all’ennesima trasformazione di un servizio storico gratuito in un prodotto freemium, dove il livello base resta accessibile, ma l’innovazione vera diventa un privilegio. Una dinamica già vista con cloud, email, produttività e ora anche con il browser.

Per ora resta tutto nel campo dei rumor, ma la direzione sembra sempre più chiara. L’intelligenza artificiale costa, e Google non ha alcuna intenzione di regalarla. Se Chrome diventerà davvero un browser con abbonamento AI, non sarà una sorpresa. Sarà solo l’ennesima conferma che, nel web moderno, nulla è più veramente gratuito.

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