Grazie ai batteri si può sviluppare plastica biodegradabile

Un team di bioingegneri sudcoreani ha creato un ceppo geneticamente modificato di batteri Escherichia coli capace di sintetizzare polimeri biodegradabili a partire da amminoacidi. Questa innovativa metodologia potrebbe rivoluzionare la produzione di plastica, rendendola più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

I metodi tradizionali di produzione della plastica si trovano ad affrontare due problematiche principali: la dipendenza da petrolio e gas e la lenta decomposizione dei rifiuti plastici. Il nuovo processo sviluppato dai ricercatori supera entrambe queste sfide, impiegando materie prime rinnovabili e producendo materiali in grado di degradarsi naturalmente.

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I ricercatori hanno sfruttato un meccanismo naturale di accumulo energetico nei batteri, basato sui poliidrossialcanoati. In condizioni di eccesso di carbonio e carenza di nutrienti essenziali, l’Escherichia coli riesce a sintetizzare questi composti in modo efficace.

Per migliorare la resa dei polimeri, gli scienziati hanno introdotto nei batteri copie aggiuntive di geni responsabili della sintesi di specifici amminoacidi. Grazie a questa modifica, e alla selezione di enzimi ottimali, sono riusciti a generare composti con proprietà simili a diversi tipi di plastica. Gli esperimenti hanno dimostrato che variando la composizione degli amminoacidi e di altri componenti, è possibile creare materiali con caratteristiche diverse.

Per testare le proprietà dei nuovi polimeri, i ricercatori hanno sintetizzato la poliesterimmide in un grande bioreattore. Le caratteristiche di questo materiale risultano comparabili a quelle del polietilene ad alta densità. Tuttavia, la tecnologia presenta ancora alcune limitazioni: la composizione finale del polimero non è completamente controllabile e il processo di purificazione rimane complesso. Questi aspetti necessitano ulteriori ricerche per ottimizzare il sistema e renderlo commercialmente viabile.

Fonte

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