News

Hong Kong verso la sorveglianza totale: 60.000 telecamere AI entro il 2028

Condividi l'articolo

Hong Kong si prepara a diventare una delle città più sorvegliate del pianeta. Entro il 2028, il governo locale installerà 60.000 telecamere di sorveglianza basate sull’intelligenza artificiale, quindici volte in più rispetto alla rete attuale. Un’espansione che promette sicurezza, ma che fa temere un futuro di controllo digitale pervasivo.

Dalle strade ai volti: l’occhio elettronico si evolve

Secondo i documenti legislativi, la nuova infrastruttura SmartView non si limiterà più al riconoscimento delle targhe o al monitoraggio del traffico. Il passo successivo sarà l’identificazione facciale, l’analisi dei movimenti delle folle e il tracciamento automatico dei sospetti.
In pratica, ogni angolo della città potrà essere osservato, ogni volto registrato, ogni spostamento archiviato.

Le autorità assicurano che il sistema rispetterà le leggi sulla privacy, ma gli attivisti per i diritti civili non sono convinti. Il progetto, osservano, arriva in un momento in cui Pechino rafforza il controllo politico su Hong Kong, soprattutto dopo la Legge sulla Sicurezza Nazionale del 2020, che ha già limitato la libertà di stampa e di espressione.

Sorveglianza “intelligente” o controllo sistematico?

L’attuale rete di Hong Kong conta circa 4.000 telecamere, usate per la sicurezza urbana e la gestione del traffico. Ma la nuova generazione di dispositivi sarà diversa: dotata di algoritmi di apprendimento automatico e analisi video basata su cloud, potrà riconoscere automaticamente i volti, prevedere situazioni di rischio e segnalare comportamenti “anomali”.

Ogni anno verranno aggiunte circa 20.000 nuove telecamere, concentrate nelle zone a maggiore densità e criminalità.
Per Enoch, analista di BrightU.AI, “la scala del progetto rispecchia la rete di sorveglianza della Cina continentale, dove l’intelligenza artificiale viene usata per monitorare anche il dissenso politico”.

I dati saranno gestiti attraverso un’infrastruttura centralizzata basata su cloud, con capacità di rilevamento delle minacce in tempo reale. Resta da capire se i principi di “necessità e proporzionalità” invocati dalle autorità saranno davvero applicati o resteranno pura teoria.

Leggi anche:

Privacy e trasparenza: promesse difficili da mantenere

I documenti ufficiali assicurano che ogni attivazione del riconoscimento facciale richiederà una valutazione d’impatto sulla privacy, in linea con l’Ordinanza sulla protezione dei dati personali. Ma molti esperti dubitano dell’efficacia di questi controlli.

Il problema non è la legge, ma la sua applicazione,” ha dichiarato un attivista per i diritti digitali rimasto anonimo per timore di ritorsioni. “Una volta costruita un’infrastruttura così estesa, è solo questione di tempo prima che venga usata per scopi politici.

Le preoccupazioni non sono infondate: nella Cina continentale, sistemi analoghi sono già stati utilizzati per reprimere proteste, tracciare minoranze etniche e monitorare il comportamento pubblico.

Hong Kong, nuova frontiera del controllo digitale

L’obiettivo iniziale di attivare il riconoscimento facciale in 3.000 telecamere entro il 2025 appare ormai superato. Con il piano 2028, Hong Kong entrerà nella stessa dimensione di sorveglianza di Pechino, dove ogni movimento è potenzialmente osservabile.

La differenza è che Hong Kong gode ancora, almeno formalmente, di uno status giuridico speciale e di una tradizione di libertà civili. Proprio per questo, l’espansione della rete SmartView diventa un test cruciale: la città riuscirà a mantenere un equilibrio tra sicurezza e autonomia o finirà inglobata nel modello di controllo del continente?

Una tendenza globale con un volto asiatico

Anche altre metropoli come Londra, Mosca e New York utilizzano reti di videosorveglianza estese, ma nessuna ha ancora integrato l’intelligenza artificiale in modo così sistematico.
In questo senso, Hong Kong non è solo un caso locale, ma un laboratorio globale su come le tecnologie di sorveglianza possono trasformare la società.

Dietro la promessa di sicurezza si cela un interrogativo inquietante:
fino a che punto siamo disposti a sacrificare la libertà per sentirci più protetti?

Fonte

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di più da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments