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I dati dimostrano che Piracy Shield ha fallito il suo vero obiettivo

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Nonostante il blocco di migliaia di siti di streaming illegali, il programma anti-pirateria “Piracy Shield” in Italia non è riuscito ad aumentare il numero di spettatori per servizi legali come DAZN. Questa scoperta è emersa dai dati forniti dal regolatore delle telecomunicazioni AGCOM, che supervisiona il regime di blocco, alimentando ulteriormente le discussioni già accese tra le parti interessate e i rappresentanti dei diritti d’autore.

Da quando è stato ufficialmente implementato nel febbraio dello scorso anno, il “Piracy Shield” ha bloccato l’accesso a migliaia di indirizzi IP e nomi di dominio associati a trasmissioni non autorizzate. Le autorità e molti titolari dei diritti considerano questa vasta operazione di blocco un grande successo, nonostante alcuni problemi iniziali, come il blocco eccessivo di contenuti, ritenuti inevitabili errori di gioventù.

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Non ci sono segnali che il “Piracy Shield” perderà importanza a breve; al contrario, ci sono richieste per espandere il sistema oltre la protezione delle partite di calcio in diretta, includendo anche film e programmi TV. Gli stakeholder stanno lavorando per potenziare l’impatto del programma attraverso varie iniziative legali e discussioni collaborative, coinvolgendo anche VPN e servizi DNS.

Tuttavia, la domanda cruciale rimane: ha il “Piracy Shield” avuto un impatto positivo sui servizi di streaming legali? Brian Turnbow, di CDLAN, è stato invitato a esaminare i risultati del programma e ha condiviso dati interessanti. La sua analisi ha rivelato che il numero di abbonati a DAZN non è aumentato nel 2024, né sono aumentate le ore di visione, che sono rimaste stagnanti. Infatti, i dati indicano che i numeri del 2024 sono inferiori rispetto al 2022, quando il “Piracy Shield” non era in vigore.

Turnbow ha sottolineato che, dopo 12 mesi, i dati suggeriscono che i costi sostenuti dai provider di servizi Internet per implementare il servizio non hanno portato a guadagni in termini di utenti o ore di visione, e i prezzi degli abbonamenti sono aumentati.

Questa analisi mette in evidenza la mancanza di trasparenza e la necessità di un dialogo più aperto sulle misure di anti-pirateria. I dati indicano che, sebbene il “Piracy Shield” possa ridurre il traffico verso i servizi pirata, non ha prodotto i risultati sperati nel convertire i pirati in abbonati paganti. La situazione attuale evidenzia la necessità di approcci più sfumati e collaborativi per affrontare la pirateria online.

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