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I robot BMW durano meno di un anno: gli avambracci si consumano e finiscono per “cadere”

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La scena sembra uscita da un film distopico, ma è accaduta davvero nelle linee di produzione BMW: i robot umanoidi Figura 02, forniti da Figure AI, hanno lavorato undici mesi… dopodiché le loro braccia hanno iniziato letteralmente a cedere.

Durante il progetto pilota, i robot hanno contribuito all’assemblaggio di oltre 30.000 BMW X3 e movimentato più di 90.000 elementi in lamiera. Un ritmo intenso, ma teoricamente perfetto per testare le capacità di un umanoide progettato per resistere a cicli industriali estremi. E invece, i risultati hanno mostrato l’esatto contrario: graffi profondi, deformazioni, cedimenti e malfunzionamenti ai manipolatori.
Nei video diffusi dall’azienda, gli avambracci appaiono come la parte più compromessa, una vulnerabilità che lo stesso produttore attribuisce a limiti di design dell’attuale generazione.

La produttività c’era, la resistenza no

Nonostante la fragilità strutturale, le performance operative dei robot non sono state affatto scarse. Ogni unità completava in media un ciclo di produzione di 84 secondi, dedicando 37 secondi al caricamento dei pezzi sui dispositivi di saldatura.
Figure AI afferma che la precisione ha superato il 99%, dimostrando che gli umanoidi, quando funzionano, possono garantire un livello di accuratezza paragonabile (e in alcuni casi superiore) a quello umano.

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Le condizioni di lavoro erano realistiche, non estremizzate: 10 ore al giorno, cinque giorni a settimana, esattamente come un normale turno di fabbrica. È proprio questo però ad aver evidenziato il vero limite degli umanoidi: non sono ancora pronti per la durezza dell’ambiente industriale reale, dove polvere, vibrazioni, urti ripetuti e manipolazione di metalli pesanti richiedono una robustezza ancora lontana dal raggiungere la maturità.

Verso Figura 03: la versione rinforzata dopo un anno di “botte”

Il fallimento parziale dei Figura 02 non ha però scoraggiato l’azienda, che definisce il progetto un successo perché ha fornito dati preziosi.
La prossima generazione, Figura 03, sarà dotata di un design rinforzato proprio per evitare gli stessi problemi: avambracci più resistenti, materiali più duri, articolazioni migliorate e una struttura complessiva pensata per sopravvivere in catene di montaggio ad alta intensità.

Il messaggio è chiaro: gli umanoidi industriali non sono ancora pronti per sostituire i lavoratori umani in modo massiccio, ma la corsa per arrivarci continua senza sosta.

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