I robot umanoidi che stanno cambiando la vita domestica in Cina

Capita di entrare in un appartamento di Shanghai e avere l’impressione che il futuro abbia già messo il piatto sul tavolo. Non più solo luci connesse, aspirapolvere autonomi o assistenti vocali, ma figure in piedi che camminano, afferrano una tazza, spostano una sedia, osservano la cucina come farebbe un apprendista attento.
In questo scenario, mentre milioni di italiani aprono una scheda del browser per National Casino Italy per giocare online, in Cina cresce una generazione di robot umanoidi pensata per la vita di tutti i giorni, capace di prendersi cura della casa, dialogare con gli anziani, fare piccoli lavori di routine. Non è fantascienza di serie tv, è un programma industriale, un mercato reale, una corsa a più corsie in cui Pechino ha deciso di spingere forte sul pedale con linee guida che puntano a rendere la produzione di umanoidi su larga scala un fatto concreto entro il duemilaventicinque.
Prezzi, funzioni, realismo: quanto è vicino l’aiuto in cucina
Perché il robot finisca davvero in casa, il prezzo è decisivo. Qui entrano in gioco realtà come Unitree, che ha spinto l’asticella verso modelli più compatti e accessibili. Il G uno, annunciato come piattaforma dal costo di riferimento attorno ai sedicimila dollari, è pensato per ricerca e sviluppo ma mostra capacità che parlano la lingua della casa, dalla manipolazione con mano a tre dita alla cucina assistita per compiti semplici. Siamo lontani dalla perfetta colazione preparata senza intervento umano, e infatti i produttori lo descrivono come un sistema da addestrare con imitazione, ma la traiettoria è chiara.
Intanto la Cina investe in centri di addestramento che mettono insieme decine di umanoidi per insegnare compiti domestici concreti, dal rifare un letto al lavare i piatti, vero banco di prova per coordinazione e percezione. È un’idea semplice con effetti potenti, perché standardizza le abilità e accelera il passaggio dal laboratorio al condominio.
La domanda sociale spinge forte
Il perché di questa corsa è anche demografico. Una popolazione che invecchia chiede soluzioni per la cura leggera e la compagnia. Qui la Cina ha già visto un primo esperimento di automazione domestica con i robot aspirapolvere, che hanno abituato le famiglie a una macchina che lavora mentre si è fuori. Il segmento continua a crescere a livello globale e i marchi cinesi rafforzano le quote, segnale che la base tecnologica e produttiva è matura per salire di livello.
Gli umanoidi portano però qualcosa di diverso. Non solo puliscono, ma interagiscono nello stesso spazio e con gli stessi oggetti di una persona. Camminano tra tavolo e divano, afferrano tessuti, riconoscono stoviglie. Se riescono a farlo con sicurezza e a un costo sostenibile, diventano il ponte tra le esigenze di assistenza quotidiana e l’autonomia della persona fragile. Fourier, con il suo focus su riabilitazione e caregiving, incarna bene questa ambizione.
Numeri e policy: perché la Cina vede una finestra irripetibile
Secondo il Ministero dell’Industria, il piano è creare una catena di innovazione completa, dai sensori ai cervelli elettronici, fino agli attuatori intelligenti e al software che trasforma i dati in gesti. L’obiettivo politico è chiaro, la finestra è ora, e il risultato si vede nella velocità con cui nascono nuovi modelli e nelle commesse che cominciano a muoversi, con ordini multimilionari per serie come Walker nel corso del duemilaventicinque.
Fascino e timori: cosa chiedono le famiglie
La famiglia che immagina un umanoide cerca affidabilità, sicurezza e una convivenza naturale. Si chiede quanto rumore farà, come gestirà i bambini e gli animali, se capirà quando fermarsi. Gli esempi di sostituzione autonoma delle batterie rassicurano sul piano della continuità, ma restano cruciali la percezione spaziale, la forza controllata della presa e la qualità delle mani. Il fatto che alcuni modelli si allenino a compiti domestici in campus dedicati è un passaggio importante, perché sposta il training dal mondo artificiale dei test alla fisicità disordinata di una casa vera.
Una nota sui tempi
Gli esperti concordano su un punto, il ritmo è serrato ma la piena integrazione domestica richiede ancora iterazione. Il G uno di Unitree resta per ora una piattaforma per sviluppatori e ricercatori, e la stessa UBTech posiziona Walker in un orizzonte di adozioni progressive, con prove pilota, ambienti controllati, servizi in spazi semi pubblici come hotel e showroom. È una fase che chi segue il settore conosce bene, quella in cui i prezzi scendono, le funzioni si affinano e si definiscono gli usi davvero utili.
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