Il Giappone dichiara guerra all’insider trading nelle criptovalute: nuova era per la finanza digitale

Il Giappone compie un passo decisivo verso la regolamentazione del mondo cripto. Le autorità finanziarie — la Financial Services Agency (FSA) e la Securities and Exchange Surveillance Commission (SESC) — si preparano a vietare l’insider trading nel mercato delle criptovalute, equiparando finalmente gli asset digitali ai mercati tradizionali di azioni e obbligazioni.
Una nuova frontiera legale per le criptovalute
Con una serie di emendamenti alla Financial Instruments and Exchange Act (FIEA), Tokyo punta a colmare una lacuna storica nella legislazione finanziaria: l’assenza di norme che vietino esplicitamente il commercio di criptovalute basato su informazioni riservate.
Fino ad oggi, il monitoraggio di queste attività è stato affidato alla Japan Virtual and Crypto Assets Exchange Association (JVCEA), un sistema di auto-regolamentazione spesso criticato per la sua inefficacia. Ora però, il Giappone è pronto a cambiare passo.
Il nuovo quadro normativo criminalizzerà ufficialmente l’insider trading cripto, concedendo alla SESC poteri d’indagine e la possibilità di imporre sanzioni e confische sui profitti illeciti, proprio come avviene nei mercati azionari.
Secondo i dati ufficiali, il numero di utenti giapponesi di criptovalute è quadruplicato negli ultimi cinque anni, superando quota 7,9 milioni di persone — una crescita che ha reso urgente un intervento normativo strutturato.
Cosa verrà considerato “informazione riservata”
Le nuove regole vieteranno esplicitamente le operazioni basate su informazioni non pubbliche, come la conoscenza anticipata della quotazione di un token su una grande piattaforma di scambio, o la scoperta di vulnerabilità di sicurezza prima che siano divulgate.
Ma la loro applicazione sarà tutt’altro che semplice. A differenza delle società quotate, molte criptovalute non hanno un emittente identificabile, rendendo difficile stabilire chi sia realmente un “insider”.
Definire quali informazioni “non pubbliche” abbiano un impatto significativo sul prezzo sarà un’altra sfida: nel mondo cripto, basta un tweet o un rumor per muovere i mercati.

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Il difficile equilibrio tra innovazione e controllo
Come spiega Enoch di BrightU.AI, “regolare le criptovalute significa camminare su un filo sottile tra accessibilità e sicurezza. Troppa rigidità scoraggia gli investitori, troppa libertà crea caos.”
La sfida della FSA sarà dunque quella di proteggere gli investitori senza soffocare l’innovazione.
L’agenzia pubblicherà linee guida dettagliate dopo l’approvazione della legge, specificando comportamenti vietati, poteri investigativi e sanzioni, con l’obiettivo di portare trasparenza in un mercato ancora giovane e volatile.
Una stretta che segue la tendenza globale
L’iniziativa giapponese si inserisce in un contesto internazionale sempre più attento ai rischi del mercato cripto non regolamentato. L’Unione Europea, la Corea del Sud e la IOSCO (l’Organizzazione Internazionale delle Autorità di Borsa) hanno già avviato misure simili contro gli abusi di mercato negli asset digitali.
Per il Giappone, tuttavia, questa non è solo una mossa di conformità, ma una questione di credibilità finanziaria.
Spostando la regolamentazione delle criptovalute dalla Payment Services Act alla FIEA, il Paese riconosce ufficialmente gli asset digitali come strumenti di investimento, sottolineando l’importanza di trasparenza e tutela degli investitori.
Un modello per il futuro della finanza digitale
Le proiezioni indicano che entro la fine del 2025 gli utenti cripto in Giappone potrebbero superare i 19 milioni, spinti da regole più chiare e dall’ingresso degli investitori istituzionali.
Se la stretta sull’insider trading funzionerà, il Giappone potrebbe diventare un modello globale di regolamentazione equilibrata, dimostrando che innovazione e legalità possono coesistere.
Con il passaggio dei criptoasset sotto la giurisdizione della FIEA, il messaggio di Tokyo è inequivocabile:
l’era della speculazione selvaggia è finita — inizia quella della trasparenza e della responsabilità.
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