Intel sospende la costruzione di un impianto da 25 miliardi di dollari in Israele a causa della scarsità di forniture dovuta al blocco del Mar Rosso
Il gigante americano dei semiconduttori Intel Corporation ha interrotto i lavori per la costruzione di un impianto di produzione di chip da 25 miliardi di dollari in Israele. Questa decisione è stata resa nota dal quotidiano israeliano Calcalist, che ha riferito che i fornitori di Intel hanno ricevuto in questi giorni la notifica della cancellazione dei contratti per la fornitura di attrezzature e materiali necessari per l’avvio di questo nuovo stabilimento.
Intel aveva annunciato a dicembre la costruzione di questo impianto nella città meridionale di Kiryat Gat, a circa 60 chilometri a sud di Tel Aviv. Secondo i piani iniziali, lo stabilimento avrebbe dovuto essere operativo entro il 2028 e rimanere in attività almeno fino al 2035.
Nelle sue comunicazioni, Intel ha affermato che Israele continua ad essere uno dei suoi principali siti di produzione e ricerca e sviluppo a livello globale, ribadendo il suo impegno nella regione. Tuttavia, l’azienda non ha fornito una spiegazione specifica per la sospensione dei lavori.
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Le tensioni geopolitiche hanno messo a dura prova gli investimenti in Israele
Secondo quanto riportato, le crescenti tensioni geopolitiche legate al conflitto israelo-palestinese hanno avuto un impatto negativo sugli investimenti in Israele. Dall’inizio della guerra lo scorso ottobre, il Paese ha dovuto affrontare conseguenze economiche a causa della resistenza palestinese.
Grandi investitori come SoftBank e Koch Investments hanno già interrotto i loro affari con Israele. Gli investimenti di venture capital in Israele, che avevano raggiunto il picco di 29 miliardi di dollari nel 2021, sono scesi a soli 5 miliardi di dollari nel 2024. Gli sforzi del governo israeliano per stabilizzare la situazione attraverso il fondo di venture capital gestito dallo Stato, Yozma, hanno avuto un successo limitato, con soli 200-300 milioni di dollari di liquidità rimanenti.
Il governatore della Banca di Israele, Amir Yaron, ha affermato a maggio che i costi della guerra per il bilancio israeliano nel 2025 ammonteranno a 70 miliardi di dollari. Egli ha sottolineato la necessità di trovare un giusto equilibrio tra le spese per la sicurezza e il sostegno all’economia.
La decisione di Intel di interrompere la costruzione del suo impianto di produzione in Israele sottolinea le sfide economiche e geopolitiche che il Paese sta affrontando in questo momento.
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