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Intelligenza artificiale: tra hype e timori, l’America sceglie la cautela

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Mentre le grandi aziende tech parlano di rivoluzione imminente, intelligenza artificiale generale e una corsa globale tra Stati Uniti e Cina, la maggior parte degli americani sembra pensarla diversamente.
Secondo il sondaggio Axios Harris 100 del 2025, oltre tre americani su quattro (77%) vorrebbero che l’intelligenza artificiale venisse sviluppata lentamente e con attenzione, anche se questo significasse rinunciare a scoperte rivoluzionarie nel breve periodo.

La gente non ha fretta… e vuole meno errori

Il messaggio è chiaro: sì all’innovazione, ma non a qualsiasi costo. Solo il 23% degli intervistati è favorevole a uno sviluppo rapido dell’IA, anche se ciò potrebbe comportare errori, instabilità o rischi. In un momento in cui CEO, investitori e colossi come OpenAI, Google, Anthropic, Meta o xAI parlano di IA come di una “corsa vitale per il futuro dell’umanità”, il pubblico preferisce un approccio più cauto e responsabile.

In sostanza, mentre la Silicon Valley accelera, la società civile chiede di tirare il freno a mano.

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Le generazioni? Tutte d’accordo (quasi)

Interessante anche la distribuzione generazionale delle opinioni:

  • 91% dei Baby Boomer e 77% della Gen X vogliono un’intelligenza artificiale più lenta e sicura.
  • Anche tra i Millennial, che spesso guidano l’adozione tecnologica, il 63% è favorevole alla prudenza.
  • Sorprendentemente, anche la Gen Z, la generazione più digitalizzata, condivide l’idea: 74% preferisce uno sviluppo responsabile piuttosto che una corsa sfrenata.

Questi dati confermano un messaggio forte: l’IA non è solo una questione tecnica o industriale, ma anche etica e sociale.

La corsa all’IA: chi corre davvero?

Dietro le quinte, però, le grandi aziende stanno spingendo sull’acceleratore. Alcune – come OpenAI o Google – puntano a creare una IA generale (AGI), cioè un’intelligenza capace di superare quella umana in ogni ambito.
Altre si concentrano sull’integrazione dell’IA nei settori già esistenti: industria, medicina, finanza, sicurezza.
Poi c’è la questione geopolitica: USA e Cina sono i due grandi protagonisti di questa gara mondiale all’intelligenza artificiale, visti da molti come i futuri dominatori del settore.

Ma a cosa serve correre, se non si sa dove si va?

Axios osserva come questa tensione tra progresso accelerato e sviluppo consapevole stia diventando sempre più evidente. Da un lato, l’ambizione di dominare il futuro tecnologico. Dall’altro, la richiesta collettiva di uno sviluppo etico, trasparente e sicuro.

Insomma, mentre le aziende sognano l’AGI, la gente chiede solo di non sbagliare strada.

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