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Internet Archive vs major discografiche: la maxi-causa si chiude con un accordo segreto

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Un contenzioso da 693 milioni di dollari si è appena chiuso lontano dai riflettori. L’epica battaglia legale tra l’Internet Archive e alcune tra le più grandi etichette discografiche al mondo si è conclusa con un accordo confidenziale. Niente processo spettacolare, niente risarcimento miliardario, ma una fine silenziosa per un caso che aveva messo in gioco il futuro della memoria musicale.

Il cuore della disputa: il Great 78 Project

Il progetto incriminato era il Great 78 Project, lanciato sei anni fa per digitalizzare e preservare i vecchi dischi a 78 giri. Un lavoro certosino che non si limitava a salvare la musica, ma anche i “difetti” del tempo: crepitii, fruscii e imperfezioni che rendevano quei vinili pezzi unici e irripetibili.

Storici, curatori e appassionati applaudirono l’iniziativa. Ma le major, tra cui Sony e UMG, la pensarono diversamente: quelle registrazioni erano ancora protette dal copyright, e la digitalizzazione senza licenza equivaleva a una violazione. Così, nel 2023, arrivò la causa federale.

La montagna di accuse e i 693 milioni in ballo

La prima denuncia parlava di 2.749 opere. Poi la posta in gioco è salita: una seconda accusa, nel marzo 2025, ha portato il numero a 4.624 registrazioni. Con un massimo di 150.000 dollari per ciascuna, il conto totale arrivava a quasi 700 milioni.

L’Internet Archive aveva provato a fermare tutto con una mozione, sostenendo che molte presunte violazioni erano ormai prescritte. Ma la Corte californiana, guidata dalla giudice Maxine Chesney, ha respinto l’argomento. La battaglia sembrava destinata a durare anni.

Caso archiviato
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La svolta: accordo segreto e causa archiviata

E invece no. Dopo mesi di trattative e rinvii, ieri le parti hanno comunicato al tribunale di aver raggiunto un’intesa. La causa è stata formalmente archiviata, con l’impegno a depositare il licenziamento definitivo entro 45 giorni.

Nessun dettaglio è trapelato. Non si sa se Internet Archive dovrà pagare, né se le etichette abbiano deciso di rinunciare a una parte delle loro pretese. L’unica certezza è che tutto resterà segreto.

Una vittoria a metà

Per l’Internet Archive, la chiusura del caso è un sollievo: il rischio di un risarcimento miliardario avrebbe potuto mettere in crisi l’intera organizzazione. Ma resta l’ombra: l’accordo potrebbe segnare un precedente pericoloso per altri progetti di digitalizzazione.

La battaglia tra memoria culturale e diritti d’autore è tutt’altro che finita. Questa volta, però, si è chiusa senza clamore, lasciando dietro di sé più domande che risposte.

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