News

Internet Society avverte gli USA: il “Piracy Shield” italiano è un rischio fallimentare

Condividi l'articolo

Mentre negli Stati Uniti si torna a discutere di leggi che obblighino i provider a bloccare i siti pirata, l’Internet Society lancia un avvertimento chiaro: attenzione a non ripetere gli errori dell’Italia. L’organizzazione, fondata dai pionieri della rete Vint Cerf e Bob Kahn, ha pubblicato un policy brief che prende come esempio il contestato Piracy Shield, introdotto lo scorso anno nel nostro Paese, per dimostrare come i blocchi via DNS e IP siano strumenti “rozzi” e pericolosi.

Il caso Italia: un fallimento che parla da sé

Il sistema italiano, che consente di oscurare un dominio o un indirizzo IP in appena 30 minuti, avrebbe dovuto rappresentare un’arma decisiva contro la pirateria online. In realtà, sottolinea Internet Society, si è rivelato un boomerang. Numerosi siti e servizi perfettamente legittimi sono finiti nella rete dei blocchi: da Google Drive a domini ospitati su Cloudflare, fino a interi servizi business. Risultato? Disagi per aziende, utenti comuni e persino per l’infrastruttura digitale del Paese.

Secondo il report, questo genere di misure non elimina i contenuti pirata, che restano accessibili alla fonte, ma si limita a nasconderli. Anzi, spesso spinge gli utenti a cercare soluzioni alternative non sicure, come VPN improvvisate e DNS resolver poco affidabili, con gravi rischi per la sicurezza e la privacy.

Il ritorno del blocco negli Stati Uniti

Dopo il flop del SOPA nel 2012, sepolto dalle proteste popolari, il tema del blocco dei siti pirata torna ora nel Congresso USA con due nuove proposte di legge: BARBA e FADPA. Entrambe mirano a concedere agli aventi diritto la possibilità di chiedere ai provider il blocco rapido dei siti pirata. Questa volta però, l’industria sembra più compatta e determinata a spingere in quella direzione.

Ed è qui che l’Internet Society interviene: il messaggio agli Stati Uniti è chiaro, non ignorate gli effetti collaterali.

Leggi anche:

Le raccomandazioni di Internet Society

Pur ribadendo la propria contrarietà a DNS e IP blocking, l’organizzazione riconosce che il fenomeno è ormai diffuso e che il dialogo con i legislatori è inevitabile. Per questo, propone alcuni principi guida per ridurre al minimo i danni:

  • Bloccare solo come ultima risorsa: prima si devono esaurire tutte le opzioni per rimuovere i contenuti alla fonte.
  • Trasparenza totale: utenti e stakeholder devono sapere come funzionano le politiche di blocco e poter segnalare abusi.
  • Coinvolgere più attori: non solo i titolari dei diritti, ma anche tecnici, aziende, associazioni di consumatori.
  • Blocchi limitati e temporanei: mai misure permanenti o generalizzate, e sempre soggette a revisione legale indipendente.
  • Tutela degli utenti: garantire strumenti e competenze digitali per filtrare i contenuti in autonomia, senza imposizioni dall’alto.

Una rete a rischio frammentazione

Il punto centrale dell’Internet Society resta fermo: il blocco via DNS e IP mina le fondamenta stesse del modello aperto e resiliente di Internet. Ogni volta che si applica un filtro di questo tipo, la rete perde coerenza, aumenta la frammentazione e si danneggia quell’architettura che ha reso il web globale e accessibile a tutti.

In altre parole, il “Piracy Shield” italiano non è un modello da imitare, ma un monito per tutti i legislatori del mondo: la lotta alla pirateria non può giustificare la creazione di un Internet a pezzi, con effetti collaterali peggiori del problema che si vorrebbe risolvere.

Fonte

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di più da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments