Guru

La diffusione delle criptovalute: criticità del fenomeno e fiducia dei consumatori a confronto

Condividi l'articolo

Alla fine del primo decennio del nuovo millennio, fanno timidamente capolino i Bitcoin, la prima criptovaluta nella storia della finanza mondiale. A distanza di poco più di quindici anni, oltre 500 milioni di persone in tutto il mondo posseggono somme più o meno importanti in criptovalute. E il fenomeno è in sicura e continua espansione, lenta ma inesorabile.

Eppure si tratta di un investimento non ancora lungi da rischi, come quello di … perdere tutto e le news che arrivano ogni giorno dai quattro angoli del pianeta lo dimostrano. Perché puntare su qualcosa che ancora muove i primi incerti passi e sulla cui solidità molti non sono ancora disposti a scommettere?

L’elemento della novità, senza dubbio, è fondamentale nel trascinare milioni di persone ad acquistare, chi per gioco, chi come investimento vero e proprio, una tra le tante monete virtuali oggi disponibili sul mercato finanziario digitale.

Vi è poi l’aspetto, psicologicamente rilevante, del guadagno facile: si acquistano Bitcoin, Litecoin, Dogecoin e le altre monete pensando di rivenderle al momento giusto. Pur sapendo che il rischio è dietro l’angolo: una bolla finanziaria o un calo del valore della singola moneta virtuale.

E forse a rendere così affascinanti e attraenti queste valute virtuali sono proprio le stesse caratteristiche che le rendono rischiose: l’assenza di intermediari nelle transazioni e l’assenza di un registro centrale.

Il Bitcoin non è la prima criptovaluta della storia: Nakamoto e l’articolo del 2008

Due puntualizzazioni sono necessarie.

In primo luogo, abbiamo detto che i Bitcoin sono stati la prima criptovaluta, ma in realtà non è del tutto esatto.

Prima della registrazione del dominio internet bitcoin.org nel 2008, circolavano online altri esemplari di valute elettroniche, come B-Money e Bit Gold, ma nessuna di queste è riuscita a diffondersi e a diventare un fenomeno di massa.

Fu solo in seguito all’intervento di Satoshi Nakamoto (pseudonimo dietro il quale ancora oggi non è chiaro se si nasconda una persona o un collettivo) e alla pubblicazione di un articolo considerato la pietra miliare delle monete elettroniche (Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System) che si aprì l’era delle criptovalute nella loro forma moderna e di successo.

Da qui all’apertura al mondo del web dei Bitcoin nel 2009 e alle prime transazioni nel 2010, il passo è veramente breve.

I governi e la ricerca di una stabilità delle criptovalute a tutela dei consumatori

In secondo luogo, va detto che i governi di un numero crescente di paesi si stanno preoccupando di tutelare quei cittadini che decidano di investire in criptovalute. E lo fanno attraverso legislazioni che possano garantire gli investitori al momento dell’acquisto delle valute elettroniche e delle transazioni e che tutelino, nei limiti del possibile, da bolle finanziarie, di cui la seppur breve storia delle criptovalute è purtroppo costellata.

Il caso del recentissimo intervento normativo del Vietnam, poi, dimostra quanto i paesi emergenti considerino le criptovalute un’opportunità di arricchimento per il paese.

I rischi delle cripto-attività per i consumatori

Nel mercato dei cripo-asset, mancano quelle forme di protezione di cui i consumatori dell’Unione Europea danno per scontato di beneficiare. Manca, soprattutto, un’adeguata informazione sui rischi incui è possibile incorrere con l’acquisto e la transazione di criptovalute.

Il rischio di perdere denaro e la scarsità di informazione sono, come per ogni altro fenomeno economico, alla base di instabilità finanziaria, possibilità di manipolazione del mercato e fenomeni di criminalità finanziaria (le transazioni di criptovalute sono del tutto anonime). Questo significa che a farne le spese non sarebbero solo i semplici consumatori, ma anche e soprattutto le aziende (e quindi i loro dipendenti) e il mercato in generale.

Un altro aspetto che le legislazioni nazionali e internazionali dovranno prendere in considerazione è quello legato all’impatto ambientale: si stima, infatti, che la generazione di cripto-asset nei soli Stati Uniti generi una spesa energetica pari a 18,65 milioni di dollari; al giorno!

I consumatori sono fiduciosi

Nonostante le potenziali difficoltà e i reali rischi legati alle criptovalute, le ricerche sembrano mostrare una tendenziale fiducia dei consumatori nei confronti di BitCoin, Litecoin, Ethereum, XRP, Dogecoin, Tether, Binance o Ripple.

Un recente sondaggio effettuato tra i cittadini dell’Unione Europea mostra un quadro piuttosto ottimistico: quasi un intervistato su due (48% sul totale) dice di essere “molto” o “estremamente esperto” di criptovalute e se gli uomini, rispetto alle donne, sembrano oggi mostrare una maggiore familiarità con lo strumento finanziario, il gap di genere si starebbe riducendo progressivamente.

La quota di utilizzatori di criptovalute cresce notevolmente all’interno di alcune categorie di persone. È il caso soprattutto degli appassionati di giochi e scommesse online, che possono usare le criptovalute per ottenere prelievi immediati delle proprie vincite sui casino non AAMS. Ed è il caso dei gamer: l’acquisto di videogame, aggiornamenti e accessori per il gaming per mezzo di monete virtuali elettroniche coinvolgerebbe ben il 72% degli appassionati di videogiochi.

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Ti è stato utile questo articolo? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di più da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments