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La nuova IA di Google che vuole mappare (e salvare) il pianeta

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Google ha appena compiuto un balzo nel futuro della geoscienza. Con il lancio di AlphaEarth Foundations, il colosso californiano mette in campo una delle più avanzate tecnologie di intelligenza artificiale mai viste per l’analisi ambientale globale. E il pianeta, ora più che mai, potrà essere osservato con una chiarezza sorprendente.

Un modello digitale del mondo, sezionato ogni 10 metri

AlphaEarth non è un semplice strumento di visualizzazione. È un cervello digitale allenato su petabyte di dati satellitari, immagini radar, simulazioni climatiche e fonti geospaziali, in grado di suddividere la Terra in sezioni di 10×10 metri. Per ognuna, l’IA genera un “embedding”: una descrizione digitale compatta ma ricchissima di informazioni. Il risultato? Un modello tridimensionale del pianeta, 16 volte più leggero di qualsiasi soluzione precedente, ma anche molto più dettagliato.

E non si tratta di fantascienza. L’obiettivo è chiaro: monitorare in tempo reale deforestazione, espansione urbana, uso del suolo, desertificazione, consumo idrico e molto altro. Con un livello di precisione che finora era impensabile senza strumenti militari o budget multimilionari.

Dal Brasile all’Africa: AlphaEarth è già in azione

Ad adottare per primi questa tecnologia sono stati enti e ONG da tutto il mondo. In Brasile, il collettivo MapBiomas lo sta utilizzando per misurare l’impatto dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici sull’Amazzonia. Il progetto Global Ecosystems Atlas, invece, sta mappando per la prima volta ecosistemi dimenticati o mai classificati, come distese aride costiere, steppe e foreste a rischio.

Oggi sono oltre 50 le organizzazioni che utilizzano AlphaEarth per cause ambientali e sociali. E il numero è destinato a crescere.

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Più preciso del 24%, anche dove i satelliti non arrivano

Una delle grandi forze di AlphaEarth è la sua capacità di operare anche in condizioni “cieche”, ovvero in aree dove le informazioni satellitari sono rare o disturbate da nuvole e ostacoli ambientali. Nei test interni, Google ha misurato un’accuratezza media superiore del 24% rispetto ad altri modelli di AI nel rilevamento del suolo, della vegetazione e dei cambiamenti antropici.

Questo significa che le comunità locali, i governi e i ricercatori possono ottenere dati attendibili anche in zone isolate o difficili da analizzare con gli strumenti tradizionali.

Verso l’integrazione con Gemini e Google Earth AI

E non finisce qui. Google sta già lavorando all’integrazione tra AlphaEarth e Gemini, il suo potente modello linguistico. L’obiettivo? Fornire analisi automatiche su scala globale, rispondere a domande complesse (“Quanto è cambiato questo ecosistema negli ultimi 10 anni?”) e prevedere l’evoluzione futura del territorio.

AlphaEarth sarà il cuore pulsante della nuova piattaforma Google Earth AI, con una missione ambiziosa: trasformare i dati ambientali in azione concreta contro il cambiamento climatico.

Il futuro si osserva dall’alto

Con AlphaEarth Foundations, Google non vuole solo vedere meglio la Terra. Vuole cambiarla. Vuole offrire uno strumento che non sia solo utile agli scienziati, ma a chiunque abbia la volontà (e ora anche la possibilità) di difendere il nostro pianeta.

Il mondo ha bisogno di occhi intelligenti. E Google ha appena spalancato le palpebre.

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