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La “pancia da birra” è più pericolosa di quanto pensi: perché il grasso addominale mette il cuore sotto assedio

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Non tutto il grasso è uguale. E soprattutto, non tutto il grasso fa gli stessi danni. Un nuovo studio presentato al congresso annuale della Radiological Society of North America lancia un messaggio chiaro e scomodo: il grasso addominale, quello che si accumula intorno alla vita, è molto più pericoloso per il cuore rispetto all’obesità “generica” misurata dal semplice peso corporeo. In particolare negli uomini.

Grazie all’uso della risonanza magnetica cardiovascolare avanzata, i ricercatori hanno osservato che la cosiddetta “pancia da birra” non è solo un problema estetico, ma un fattore diretto di rimodellamento cardiaco dannoso, capace di aumentare in modo significativo il rischio di malattie cardiovascolari e insufficienza cardiaca. In altre parole, il cuore cambia forma, struttura e funzionalità… in peggio.

Il grasso che non si vede è quello che fa più danni

Lo studio, guidato dalla dottoressa Jennifer Erley del Centro medico universitario di Amburgo-Eppendorf, ha analizzato 2.244 adulti tra i 46 e i 78 anni, tutti senza precedenti patologie cardiovascolari. I partecipanti sono stati valutati sia con il classico indice di massa corporea (BMI), sia con il rapporto vita-fianchi (WHR), che misura in modo più preciso la presenza di grasso addominale.

Il risultato è stato sorprendente solo per chi si affida ancora esclusivamente alla bilancia. Mentre il BMI classificava come sovrappeso o obesi il 69% degli uomini e il 56% delle donne, il rapporto vita-fianchi raccontava una storia molto più allarmante: il 91% degli uomini e il 64% delle donne rientravano nei criteri di obesità addominale definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo significa che moltissime persone “normopeso” secondo il BMI nascondono in realtà un rischio cardiovascolare elevato.

Il motivo è il grasso viscerale, quello che si accumula in profondità attorno agli organi interni. A differenza del grasso sottocutaneo, è metabolicamente attivo, favorisce infiammazione cronica, resistenza all’insulina e stress cardiovascolare continuo.

Come la pancia da birra rimodella il cuore

L’analisi delle immagini cardiache ha messo in luce due modelli molto diversi di adattamento del cuore. Nell’obesità generale, il cuore tende ad allargarsi, con camere più dilatate che nel tempo si affaticano. Nell’obesità addominale, invece, accade qualcosa di più subdolo: il muscolo cardiaco si ispessisce mentre le camere si restringono, un fenomeno chiamato ipertrofia concentrica. Il cuore diventa più rigido, pompa peggio e fatica a rilassarsi tra un battito e l’altro, una condizione che spesso precede l’insufficienza cardiaca.

Negli uomini questi effetti sono risultati più marcati, soprattutto a livello del ventricolo destro, quello che spinge il sangue verso i polmoni. Secondo i ricercatori, il grasso addominale potrebbe alterare la meccanica respiratoria e aumentare la pressione polmonare, aggiungendo ulteriore stress al cuore. Un dato che mette in discussione l’idea che l’obesità colpisca allo stesso modo uomini e donne.

La dottoressa Erley sottolinea che gli uomini tendono ad accumulare prima e in modo più aggressivo il grasso addominale, mentre le donne possono beneficiare più a lungo dell’effetto protettivo degli estrogeni. Ma il messaggio resta valido per tutti: la posizione del grasso conta più del peso totale.

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Il rischio si può misurare anche a casa

La parte forse più inquietante è che questo rischio è spesso ignorato. Eppure basta un metro da sarta per avere un’indicazione concreta. Il rapporto vita-fianchi si calcola dividendo la circonferenza della vita per quella dei fianchi. Secondo l’OMS, valori superiori a 0,90 negli uomini e 0,85 nelle donne indicano obesità addominale e rischio cardiovascolare elevato.

Non servono esami complessi per capire se qualcosa non va. Serve consapevolezza.

Perché dimagrire “a caso” non basta

Un altro punto chiave dello studio è che perdere peso rapidamente non equivale a proteggere il cuore. Le diete drastiche e le oscillazioni continue di peso possono addirittura peggiorare il rischio cardiovascolare. Gli esperti concordano sul fatto che ridurre il grasso viscerale richiede cambiamenti graduali e sostenibili, basati su attività fisica regolare, alimentazione reale e riduzione di alcol e zuccheri raffinati.

Il corpo “a mela”, con il grasso concentrato sull’addome, è molto più pericoloso del corpo “a pera”, dove il grasso si deposita su fianchi e cosce. Ed è proprio su questa distinzione che la medicina dovrebbe iniziare a concentrarsi di più, invece di affidarsi a indicatori generici come il BMI.

Un campanello d’allarme che non può essere ignorato

Questo studio lancia un avvertimento forte: ignorare il grasso addominale significa ignorare uno dei principali predittori di malattie cardiache. Con i tassi di obesità in crescita a livello globale, il rischio è quello di trovarsi davanti a una generazione apparentemente “normale”, ma con cuori già compromessi.

Come afferma la dottoressa Erley, prevenire l’accumulo di grasso addominale attraverso esercizio fisico regolare, alimentazione equilibrata e interventi tempestivi potrebbe letteralmente salvare vite. Il problema non è solo quanto pesi. Il problema è dove il tuo corpo sta accumulando quel peso.

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