Le tre grandi bugie con cui i truffatori svuotano i conti degli anziani

Negli ultimi anni, gli over 60 sono diventati il bersaglio preferito di truffatori sempre più abili e spietati. Secondo la Federal Trade Commission (FTC), le denunce di anziani derubati attraverso raggiri sono esplose, con perdite superiori a 100.000 dollari aumentate di quasi sette volte tra il 2020 e il 2024.
Gli impostori non si limitano a qualche telefonata sospetta: costruiscono veri e propri scenari di panico, sfruttando paura, confusione e fiducia per prosciugare i risparmi di una vita. E lo fanno usando tre menzogne ricorrenti.
1. “Siamo della banca… o di Amazon”
Il primo inganno gioca sul nome di grandi aziende e istituti di fiducia. Il contatto può arrivare via telefono, e-mail o SMS, sempre con lo stesso messaggio: “Abbiamo rilevato attività sospette sul suo conto”.
La mossa è semplice ma efficace: far credere a un’emergenza e spingere la vittima ad agire subito. Nella confusione, molti anziani finiscono per seguire alla lettera le “istruzioni”, fornendo accesso e denaro direttamente ai criminali.
2. “Il suo nome è legato a un reato grave”
Qui il trucco è più aggressivo. I truffatori si fingono agenti di enti ufficiali, accusando la vittima di essere coinvolta in crimini o frodi legati al suo numero di previdenza sociale.
Sotto la minaccia di problemi legali, chiedono di trasferire fondi “in un conto sicuro” o fornire dati personali, spacciando l’operazione come l’unico modo per “ripulire” la reputazione.

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3. “Il suo computer è stato hackerato”
L’ultima bugia sfrutta la paura digitale. Un messaggio o un avviso pop-up informa che il computer è stato violato. Insieme, un numero di telefono o un link per “ricevere assistenza”.
Da lì, passo dopo passo, l’impostore guida la vittima a cedere il controllo del dispositivo o trasferire denaro, promettendo di proteggere i dati… mentre in realtà li sta rubando.
Come difendersi
La regola d’oro della FTC è chiara: mai inviare denaro o dati in risposta a chiamate o messaggi non richiesti.
Verificare sempre l’informazione contattando direttamente l’ente tramite canali ufficiali e parlare con un familiare o una persona di fiducia prima di agire.
Le agenzie governative non minacciano e non chiedono trasferimenti di denaro per “metterlo al sicuro”. La prudenza, in questi casi, è l’arma migliore per non cadere nella rete di chi vive raggirando gli altri.
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