LG ha finalmente risolto uno dei problemi storici dei monitor OLED da gaming

LG ha davvero risolto uno dei problemi più fastidiosi dei monitor OLED da gaming, e questa volta non si tratta di marketing o di promesse gonfiate. Per anni l’OLED è stato sinonimo di qualità d’immagine estrema: neri assoluti, contrasto infinito, tempi di risposta istantanei. Tutto perfetto, almeno sulla carta. Nella pratica quotidiana, però, c’era un limite difficile da ignorare: la pessima resa del testo, soprattutto su Windows. Scrivere, leggere, lavorare davanti a un monitor OLED significava spesso convivere con caratteri poco definiti, aloni colorati e un affaticamento visivo tutt’altro che trascurabile.
È proprio questo il punto che LG Display ha deciso di attaccare frontalmente. Al CES 2026 l’azienda presenterà un’anteprima che, se confermata, segna una vera svolta per il settore: il primo monitor OLED da 27 pollici al mondo con risoluzione 4K, refresh rate a 240 Hz e struttura pixel RGB a strisce tradizionali. Una combinazione che fino a ieri era considerata tecnicamente incompatibile con il gaming OLED moderno.

Perché l’OLED ha sempre sofferto nell’uso quotidiano
Il problema non è mai stato il pannello in sé, ma il modo in cui sono organizzati i subpixel. La maggior parte dei monitor OLED oggi in commercio utilizza soluzioni ibride come il layout RGWB, con l’aggiunta di un subpixel bianco, oppure schemi RGB non lineari, spesso triangolari. Queste configurazioni funzionano bene per aumentare la luminosità percepita e migliorare l’impatto visivo nei contenuti multimediali, ma entrano in conflitto con i sistemi di rendering del testo dei sistemi operativi.
Il risultato è noto a chiunque abbia provato a lavorare seriamente su un OLED: contorni delle lettere imprecisi, frange cromatiche visibili e una sensazione di “sfocatura” costante, anche a risoluzioni elevate. Non un dettaglio trascurabile, ma un limite strutturale che ha impedito agli OLED di diventare veri monitor tuttofare.
LG ha deciso di eliminare il problema alla radice, rinunciando a scorciatoie e compromessi.
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La struttura RGB a strisce cambia tutto
Il nuovo pannello OLED introduce una disposizione classica dei subpixel rosso, verde e blu allineati in linea retta, esattamente come nei monitor LCD tradizionali di fascia professionale. Niente subpixel bianchi, niente geometrie alternative. Solo RGB puro, leggibile e perfettamente interpretabile dal sistema operativo.

Questo si traduce in testi finalmente nitidi, privi di aloni colorati e molto più riposanti per gli occhi. A rafforzare ulteriormente il risultato c’è una densità di circa 160 ppi, che rende l’immagine estremamente definita anche a distanza ravvicinata. Il monitor smette di essere “solo da gaming” e diventa realmente adatto a scrittura, programmazione, grafica e lavoro prolungato.
Ed è qui che LG compie il vero miracolo tecnico.
4K a 240 Hz su OLED RGB: il limite è superato
Finora, i pannelli OLED con struttura RGB a strisce erano confinati a refresh rate bassi, generalmente intorno ai 60 Hz. Portare questa configurazione a frequenze elevate sembrava impossibile. LG Display, invece, è riuscita a spingersi fino a 240 Hz in 4K, abbattendo un muro che il settore dava per invalicabile.
Non solo. Grazie alla tecnologia proprietaria DFR, il pannello può adattare dinamicamente risoluzione e frequenza, passando dalla modalità UHD 240 Hz a una modalità FHD 480 Hz. In altre parole, lo stesso monitor può essere usato per il gaming competitivo più estremo e, pochi secondi dopo, per lavorare con testi e grafica senza compromessi.
Questo è il punto chiave: non è più necessario scegliere. Non più monitor da gioco sacrificando la produttività, né monitor professionali rinunciando alle prestazioni.
Un cambio di paradigma per il mercato OLED
LG Display ha già chiarito che questa nuova struttura verrà adottata nei monitor gaming premium e nelle soluzioni professionali, rafforzando la propria posizione in un segmento sempre più affollato ma ancora pieno di limiti tecnici irrisolti. Il messaggio è chiaro: il futuro degli OLED non sarà fatto solo di contrasto e velocità, ma di comfort visivo reale nel lungo periodo.
Se queste promesse verranno mantenute nei prodotti finali, siamo davanti a qualcosa di più di un semplice aggiornamento tecnologico. È la fine del compromesso che ha accompagnato l’OLED per anni. E per chi passa ore davanti a uno schermo, questo cambia tutto.
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