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L’IA si prepara a sostituirci: entro 10 anni l’essere umano rischia di diventare obsoleto

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La rivoluzione è già cominciata. E non è più una questione di se, ma di quando.

Secondo Kirill Malofeev, CEO della società tecnologica russa Rus.Tsifra LLC, nel giro di appena 10 anni, l’intelligenza artificiale sarà in grado di svolgere quasi tutto il lavoro umano.
Lo ha dichiarato in un’intervista a Tsargrad.tv, aggiungendo che la produttività delle reti neurali cresce a un ritmo esponenziale. E questo significa una sola cosa: il tempo a disposizione per adattarci si sta esaurendo.

L’IA non dorme mai. E ci sta raggiungendo.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’esplosione delle AI generative, capaci di scrivere, disegnare, programmare e perfino dialogare in modo naturale. Ma ora si parla di qualcosa di più grande: la sostituzione massiva del lavoro cognitivo umano.

E non si tratta solo di fabbriche o call center. A rischio ci sono giornalisti, avvocati, medici, consulenti, analisti, designer, traduttori, e via dicendo.

“Può fare tutto. Tranne essere umana.” Per ora.

Non tutti però condividono la visione apocalittica.
Yaroslav Bespalov, esperto del laboratorio Strong AI in Medicine, è più cauto: secondo lui, per almeno un decennio, l’IA non potrà sostituire l’uomo in ambiti dove servono intuizione, esperienza personale, sensibilità e profondità contestuale.

Parliamo di filosofia, arte, scienze fondamentali, educazione: quei settori dove non conta solo il risultato, ma anche il significato.

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L’altra faccia del problema: consumi energetici fuori controllo

C’è un altro punto, spesso sottovalutato ma cruciale: il costo energetico dell’intelligenza artificiale.
Secondo Malofeev, il vero problema non sarà solo il lavoro umano, ma la tenuta del sistema.

Addestrare modelli linguistici, elaborare immagini, rispondere in tempo reale, sostenere una rete globale di AI… tutto questo consuma enormi quantità di energia.
E mentre l’IA avanza, l’impatto ambientale cresce, portando con sé nuovi rischi e fragilità sistemiche.

IA per la salute… o nuovo strumento di controllo?

Non tutto è negativo. Secondo Vitaly Danilkin, CPO di Chat with Alice, le AI possono anche diventare strumenti per migliorare la qualità della vita, un po’ come i fitness tracker: chatbot in grado di monitorare la dieta, suggerire stili di vita salutari, fornire assistenza personalizzata.

Ma è difficile ignorare una domanda di fondo: quanto sarà ancora nostra la scelta?
E quanto saremo noi a guidare l’IA, invece di lasciarci guidare (o manipolare) da essa?

Il futuro non è lontano. È già tra noi.

L’intelligenza artificiale non è una tecnologia futuristica. È il presente che corre più veloce di quanto possiamo gestire.
Nei prossimi dieci anni, potremmo trovarci davanti a una trasformazione epocale: non solo economica, ma anche culturale, sociale e psicologica.

E la vera domanda non è se l’IA ci sostituirà.
La vera domanda è: cosa resterà davvero umano, in un mondo governato da macchine sempre più intelligenti?

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