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L’intelligenza artificiale è una bolla pronta a scoppiare? Gli esperti lanciano l’allarme

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La corsa all’intelligenza artificiale sembra inarrestabile. Valutazioni record, startup che spuntano come funghi e investitori pronti a buttare miliardi in qualunque progetto che abbia “AI” nel nome. Ma dietro questa euforia, cresce un dubbio: siamo davanti a una nuova bolla tecnologica destinata a esplodere?

Valutazioni fuori controllo

Oggi OpenAI vale circa 300 miliardi di dollari e, secondo alcune stime, potrebbe arrivare a 500 miliardi. Un numero impressionante, soprattutto se si considera che appena due anni fa il valore era 17 volte inferiore.

E se OpenAI almeno ha un prodotto di punta come ChatGPT, ci sono casi ancora più sorprendenti. La startup Safe Superintelligence, fondata dall’ex capo ricercatore di OpenAI Ilya Sutskever, è stata valutata 32 miliardi di dollari senza aver mostrato alcun risultato concreto. Intanto, il numero di “unicorni” AI (aziende sopra il miliardo di valutazione) ha superato quota 500.

Aspettative non mantenute

Non sono solo gli investitori a essere in preda all’entusiasmo. Prima del lancio di GPT-5, Sam Altman aveva annunciato che il modello avrebbe avuto “intelligenza a livello di dottorato”. Alla prova dei fatti, però, molti lo hanno bollato come un aggiornamento deludente, lontano dalle aspettative create.

Gli stessi segnali si vedono anche a livello infrastrutturale: vengono costruiti data center giganteschi, senza alcuna certezza che in futuro saranno davvero sfruttati. Una dinamica che ricorda la corsa alle ferrovie del XIX secolo, finite per rimanere in gran parte inutilizzate.

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Il fantasma delle dot-com

Gli analisti non possono non paragonare questa situazione alla bolla delle dot-com degli anni ’90, che terminò con un crollo disastroso del mercato azionario: il Nasdaq perse quasi l’80% del suo valore.

Oggi, le 10 aziende più grandi dell’S&P 500 risultano persino più sopravvalutate di quanto lo fossero allora. E se la storia dovesse ripetersi, le conseguenze sarebbero devastanti: centinaia di miliardi di dollari di capitali bruciati.

Benefici ancora discutibili

C’è anche un problema di sostanza. Uno studio ha mostrato che i programmatori che usano strumenti di IA completano i compiti il 20% più lentamente rispetto a quando lavorano senza. In altri settori, i vantaggi promessi dell’intelligenza artificiale restano altrettanto discutibili.

Quanto durerà la febbre dell’IA?

La febbre da intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi il nuovo “miraggio tecnologico”. Gli esperti avvertono che la bolla potrebbe scoppiare da un momento all’altro, lasciando dietro di sé startup fallite, investitori in perdita e infrastrutture inutilizzate.

La domanda che tutti si pongono è semplice: stiamo costruendo il futuro o stiamo gonfiando l’ennesima illusione pronta a crollare?

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