News

Londra in rivolta contro l’ID digitale: “Non è sicurezza, è sorveglianza”

Condividi l'articolo

Un’ondata di protesta ha travolto il cuore di Londra. Migliaia di cittadini, stanchi di promesse e slogan sulla “sicurezza nazionale”, sono scesi in piazza per dire no al progetto di identificazione digitale del governo britannico, soprannominato BritCard. Da Marble Arch fino a Whitehall, le strade si sono riempite di cartelli che parlavano chiaro:
“Accetti l’ID digitale oggi, accetterai il credito sociale domani” e “Una volta scansionato, mai più libero”.

Il governo laburista guidato da Keir Starmer difende il piano come strumento per combattere l’immigrazione clandestina, sostenendo che permetterà ai datori di lavoro di verificare facilmente lo status legale dei lavoratori. Ma per milioni di britannici, la “BritCard” rappresenta un passo verso uno stato di sorveglianza di massa, capace di raccogliere e incrociare dati personali, fiscali e biometrici in un’unica infrastruttura digitale.

Un sistema “volontario” che potrebbe diventare obbligatorio

Il piano del governo prevede che l’ID digitale venga memorizzato sugli smartphone, contenendo nome, data di nascita, cittadinanza e fotografia. Ufficialmente, non sarà un reato non possederlo, né la polizia potrà chiederlo durante controlli ordinari.
Ma secondo i gruppi per i diritti civili, la verità è nascosta nelle “note in piccolo”.

Silkie Carlo, direttrice di Big Brother Watch, denuncia un pericolo imminente:

“Starmer ha venduto al pubblico un sistema di identificazione digitale orwelliano. Dice che servirà solo contro l’immigrazione illegale, ma in realtà sarà la spina dorsale di un futuro sistema di sorveglianza totale”.

L’attivista aggiunge che il coinvolgimento di bambini e adolescenti nel database biometrico rappresenta “un precedente sinistro e inaccettabile”. Nonostante quasi tre milioni di firme raccolte contro il progetto, il governo prosegue indisturbato, ignorando le richieste popolari di abbandonare l’iniziativa.

Leggi anche:

La politica si spacca: “Un espediente pericoloso e inutile”

L’opposizione al BritCard unisce voci di ogni schieramento. Nigel Farage, leader di Reform UK, ha promesso che abolirà il programma se dovesse diventare premier:

“Non fermerà l’immigrazione clandestina, ma darà allo Stato un potere enorme sui cittadini. È un piano per controllare, non per proteggere.”

Dalla sponda conservatrice, Kemi Badenoch ha definito l’ID digitale “un espediente che non fermerà le barche”, mentre l’ex ministro Sir David Davis ha avvertito che questi sistemi “sembrano moderni, ma sono profondamente pericolosi per la privacy e la libertà individuale”.

I critici puntano il dito anche contro il Tony Blair Institute for Global Change, tra i più accesi sostenitori degli ID digitali a livello globale, accusandolo di spingere un’agenda “tecnocratica e centralizzatrice” sotto la maschera dell’efficienza amministrativa.

Dall’immigrazione al credito sociale? L’incubo del “mission creep”

Il vero timore, dicono gli esperti di privacy, è il cosiddetto mission creep: ciò che nasce come misura di sicurezza potrebbe presto diventare uno strumento di controllo sociale.
I sistemi di ID digitale già introdotti in Australia, Danimarca e India dimostrano che una volta implementati, è facile estenderli al fisco, alle banche e ai servizi sanitari.

E nel Regno Unito, le clausole previste dal progetto aprono la strada a una possibile espansione verso il monitoraggio delle spese, dell’istruzione e delle prestazioni pubbliche, avvicinando di fatto il Paese a un modello simile al credito sociale cinese.

“Se accetti l’ID digitale ora,” avverte un portavoce del movimento Mass Non-Compliance, “potrebbe essere l’ultima vera scelta che tu abbia mai fatto.”

Una battaglia per il futuro della libertà digitale

Nonostante la crescente indignazione, il Dipartimento per la Scienza, l’Innovazione e la Tecnologia ha confermato che il programma procederà, introducendo l’ID digitale per tutti i cittadini britannici sopra i 16 anni prima delle prossime elezioni.
Il governo insiste sulla volontarietà del sistema, ma i cittadini temono che — come accaduto con altre politiche digitali — l’obbligo arriverà in silenzio, passo dopo passo.

Quella scoppiata nelle strade di Londra non è solo una protesta contro una legge, ma una battaglia per la libertà stessa.
In un’epoca in cui ogni clic, movimento e acquisto può essere tracciato, milioni di persone chiedono di non essere ridotte a un codice QR governativo.

Fonte

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di più da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 voti
Article Rating
Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Più recenti
Vecchi Le più votate
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti