News

Mercedes-Benz e il prezzo della menzogna: 150 milioni per chiudere lo scandalo diesel negli USA

Condividi l'articolo

Un altro gigante dell’industria automobilistica finisce sul banco degli imputati. Ancora una volta, la promessa di “tecnologia pulita” si rivela una facciata. Mercedes-Benz Group AG pagherà fino a 150 milioni di dollari per chiudere le accuse mosse da quasi tutti gli Stati americani sull’uso illegale di software progettati per aggirare i test sulle emissioni dei veicoli diesel. Una storia che suona fin troppo familiare e che richiama direttamente alla memoria il terremoto del dieselgate che travolse Volkswagen un decennio fa.

L’accordo, annunciato il 22 dicembre dai procuratori generali statali, mette formalmente la parola fine a una delle principali battaglie legali di Mercedes negli Stati Uniti. Ma non cancella la sostanza del problema: un sistema costruito per ingannare, mentre l’azienda continuava a negare qualsiasi illecito.

Non un errore, ma una strategia

Le autorità sono nette: non si è trattato di una svista tecnica né di un incidente burocratico. Secondo le accuse, tra il 2008 e il 2016 Mercedes avrebbe venduto oltre 211.000 veicoli diesel dotati di software capaci di riconoscere i test ufficiali sulle emissioni. Durante i controlli di laboratorio, i sistemi antinquinamento funzionavano a pieno regime. Nella guida reale, invece, venivano ridotti o disattivati.

Il risultato? Emissioni di ossidi di azoto fino a 30–40 volte superiori ai limiti legali, con un impatto diretto su qualità dell’aria, salute pubblica e smog urbano.

«Non è stato un errore tecnico. È stata una bugia», ha dichiarato Kathy Jennings, procuratore generale del Delaware. Una frase che pesa come una sentenza morale: un inganno deliberato per ottenere un vantaggio competitivo, lasciando alla collettività il conto ambientale e sanitario.

Un inganno sistemico nell’industria automobilistica

Il caso Mercedes non viene letto come un episodio isolato. Al contrario, secondo diversi procuratori generali, le indagini hanno rivelato “una forte collusione a livello di settore”, con possibili risvolti antitrust. Parole che suggeriscono una verità scomoda: il dieselgate non è stato un incidente, ma un modello industriale.

Basti ricordare che Volkswagen ha già sborsato oltre 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti, dopo essersi dichiarata colpevole di accuse penali nel 2017. Un precedente che rende ancora più difficile credere alla narrativa dell’errore involontario.

Nel frattempo, Mercedes promuoveva quei veicoli come efficienti, puliti ed ecologici, presentandoli come alternative virtuose alla benzina. Dietro le quinte, però, il software consentiva emissioni eccessive, direttamente collegate a patologie respiratorie e all’aggravarsi dell’inquinamento urbano.

Leggi anche:

I dettagli dell’accordo: chi paga e quanto

L’intesa coinvolge 48 Stati USA, Porto Rico e il Distretto di Columbia. I numeri sono chiari:

  • 120 milioni di dollari di pagamento immediato.
  • 29,6 milioni di dollari aggiuntivi sospesi, riducibili di 750 dollari per ogni veicolo riparato, ritirato o riacquistato.
  • 2.000 dollari per ciascun proprietario idoneo che effettui le modifiche necessarie alle emissioni, oltre a copertura dei costi e garanzia estesa.

Dal punto di vista aziendale, Mercedes minimizza. Un portavoce ha dichiarato che l’azienda aveva già previsto accantonamenti sufficienti e che i risultati finanziari del gruppo non subiranno impatti significativi. Un dettaglio che rafforza una sensazione inquietante: per i colossi globali, multe da centinaia di milioni rischiano di diventare solo una voce di bilancio.

Una partita non ancora chiusa

Questo accordo arriva dopo il patteggiamento da 2,2 miliardi di dollari raggiunto nel 2020 con il governo federale e i proprietari dei veicoli. Negli Stati Uniti, il capitolo dieselgate di Mercedes può dirsi quasi concluso. Ma a livello globale la resa dei conti è tutt’altro che finita.

L’azienda deve ancora affrontare una class action nel Regno Unito, insieme ad altri marchi come Ford e Renault. Segno che la questione delle emissioni truccate continua a produrre onde lunghe, anche a distanza di anni.

Il vero costo del dieselgate

A oltre dieci anni dall’inizio dello scandalo, una verità emerge con forza: le sanzioni miliardarie raramente compensano i danni reali. La salute pubblica compromessa, l’aria inquinata e la fiducia tradita dei consumatori restano sul tavolo.

Il dieselgate non è solo una storia di software e motori. È uno specchio del rapporto sbilanciato tra potere delle multinazionali e tutela ambientale. E finché le multe saranno percepite come un semplice “costo del fare affari”, il rischio è che lo scandalo non sia un’eccezione, ma una lezione mai imparata.

Fonte

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di piรน da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 voti
Article Rating
Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Piรน recenti
Vecchi Le piรน votate
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti