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Microsoft Edge dice addio al popolare uBlock Origin

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La battaglia agli ad-blocker si intensifica

Dopo Google, anche Microsoft entra nella controversa lotta contro gli ad-blocker. Nella versione beta del suo browser Edge, basato sul motore Chromium, è stato rilevato un blocco inatteso della celebre estensione uBlock Origin, uno degli strumenti più apprezzati per eliminare la pubblicità online. Quella che finora è un’innovazione limitata alla fase di test potrebbe presto approdare anche nella versione stabile del browser, segnando un cambiamento significativo per gli utenti.

La segnalazione arriva da Leopeva64, un tester che ha notato il comportamento anomalo nella versione Canary di Edge, una build sperimentale dedicata agli sviluppatori. Qui, un messaggio chiaro avverte gli utenti: uBlock Origin “non è più supportata” e viene consigliata la sua rimozione. La causa di questa svolta sembra risiedere in un aggiornamento tecnico del motore Chromium, lo stesso su cui si basa anche Google Chrome, che sta gradualmente abbandonando il supporto per alcune estensioni tradizionali.

Al centro di questa decisione c’è la transizione verso la piattaforma Manifest V3, un’architettura introdotta da Chromium che ridefinisce il modo in cui le estensioni funzionano. Sebbene questa scelta sia stata giustificata come un passo verso maggiore sicurezza e prestazioni, ha un impatto devastante sugli ad-blocker come uBlock Origin. La nuova piattaforma limita le capacità di queste estensioni, rendendo più difficile il blocco efficace della pubblicità online.

Esiste, in teoria, una versione di uBlock Origin adattata a Manifest V3, ma le sue funzionalità sono drasticamente ridotte rispetto all’originale, basata su Manifest V2. Google ha già annunciato che il supporto per le estensioni Manifest V2 su Chrome terminerà ufficialmente a giugno 2024, e Microsoft sembra intenzionata a seguire una timeline simile per Edge.

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Perché sta succedendo?

La mossa non è del tutto sorprendente. Sia Google che Microsoft traggono vantaggi economici dalla pubblicità online, e limitare gli ad-blocker potrebbe favorire i loro modelli di business. Tuttavia, questa scelta sta sollevando polemiche tra gli utenti, che vedono negli strumenti come uBlock Origin un modo per proteggersi da annunci invasivi, tracker e contenuti indesiderati. La transizione a Manifest V3, pur portando benefici tecnici, rischia di compromettere la libertà di personalizzazione che ha reso i browser moderni così apprezzati.

Per ora, il blocco di uBlock Origin è confinato alle versioni di prova come Canary e Beta, ma il suo arrivo nella versione stabile di Edge sembra inevitabile. Gli utenti che dipendono da questa estensione per un’esperienza di navigazione senza pubblicità dovranno cercare alternative o adattarsi a una versione meno potente dell’ad-blocker. Questo cambiamento potrebbe anche spingere alcuni a esplorare browser meno restrittivi, come Firefox, che continua a supportare estensioni più flessibili.

Un futuro senza ad-blocker?

La decisione di Microsoft, in linea con quella di Google, segna un momento cruciale nella lotta tra le grandi aziende tecnologiche e gli strumenti di blocco della pubblicità. Mentre il passaggio a Manifest V3 promette un web più sicuro e veloce, solleva anche domande sulla libertà degli utenti di controllare la propria esperienza online. Con il countdown per giugno 2024 già iniziato, il destino degli ad-blocker tradizionali appare sempre più incerto.

Resta da vedere come reagirà la community di utenti e sviluppatori. Una cosa è certa: la battaglia per il controllo della navigazione web è appena diventata più accesa. Sei pronto a dire addio a uBlock Origin su Edge?

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