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Nasce l’architettura vivente: un materiale che cresce da solo e mangia CO₂

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Sembra fantascienza, ma è realtà: un team di scienziati dell’Università di Zurigo ha creato un materiale da costruzione che si comporta come un organismo vivente. Cresce, respira, purifica l’aria e diventa più forte ogni giorno. Non stiamo parlando di un semplice cemento ecologico, ma di un vero e proprio materiale bioattivo che potrebbe rivoluzionare l’edilizia e il modo in cui concepiamo le città.

Il segreto? I cianobatteri, microscopici ma potentissimi organismi che, come le piante, assorbono anidride carbonica durante la fotosintesi. Questi minuscoli alleati verdi vengono inseriti in un idrogel stampabile in 3D, una sostanza gelatinosa che consente loro di vivere e lavorare anche su pareti o superfici architettoniche. Il mix ha bisogno solo di luce solare, CO₂ e acqua di mare con nutrienti per attivarsi. Nessuna magia, solo biotecnologia allo stato puro.

Un muro che purifica l’aria

Oltre ad assorbire l’anidride carbonica, questo materiale la trasforma in carbonati, minerali che si fissano nella struttura rendendola più robusta. In laboratorio, ha dimostrato di essere in grado di intrappolare il carbonio per almeno 400 giorni, con un’efficienza di 26 milligrammi di CO₂ per grammo di materiale. Risultati che superano le tecnologie più avanzate di riciclo del calcestruzzo e di cattura del carbonio.

Ma non è tutto: la stampa 3D consente di creare forme complesse e superfici porose, ideali per ottimizzare la fotosintesi e la distribuzione dei nutrienti. Il risultato è un materiale modulare, scalabile, e pronto per l’uso architettonico.

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Già realtà alla Biennale di Venezia

Questa innovazione è già stata messa alla prova con blocchi da due metri esposti alla Biennale di Architettura di Venezia. Ogni blocco può catturare fino a 18 kg di CO₂ all’anno, un valore paragonabile a quello di un albero adulto come un pino. La differenza? Questo blocco non ha bisogno di radici, cresce dove vuoi tu, e non si ammala.

Il futuro delle città: edifici che respirano

Immagina un futuro in cui i palazzi non sono solo inerti masse di cemento, ma organismi viventi che partecipano attivamente alla salute dell’ambiente. Le pareti diventano filtri d’aria, le facciate si rinforzano nel tempo assorbendo CO₂, e l’intero edificio contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico.

Questa tecnologia apre le porte a un nuovo concetto: l’architettura vivente. Non più solo sostenibilità passiva, ma infrastrutture attive che collaborano con la natura. È l’inizio di una nuova era in cui costruire significherà anche coltivare.

E se le nostre città diventassero foreste urbane non solo piene di verde, ma fatte di verde?

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