NIS2: come allinearsi ai nuovi requisiti di sicurezza informatica
La crescente dipendenza dalle tecnologie digitali e la rapidità con cui si evolvono le minacce informatiche spingono l’Unione Europea ad adottare misure più incisive. La direttiva europea nis2 ridefinisce i requisiti di protezione dei sistemi informativi, aggiornando le norme della precedente Nis del 2016.
Questa svolta nasce dal bisogno di creare un ambiente digitale più sicuro, dove imprese pubbliche e private possano prevenire e gestire con efficacia gli attacchi cyber. Avvenimenti come la pandemia da Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina hanno reso evidente la necessità di una maggiore armonizzazione, così da mantenere la continuità operativa e difendere l’infrastruttura digitale europea.
Tutto questo porta inevitabilmente le PMI coinvolte a doversi dotare di un servizio di sicurezza informatica aziendale che possa garantire sia una difesa dai cyber attacchi che la conformità alla nuova normativa.
Chi deve adeguarsi e perché
La nis2 coinvolge aziende di diverse dimensioni e settori, in base all’importanza strategica delle loro attività . Le grandi e medie imprese sono le prime interessate, ma anche realtà più piccole, qualora ricoprano ruoli chiave, potranno rientrare nel perimetro di applicazione.
Diciotto settori ritenuti fondamentali, tra cui energia, trasporti, banche, infrastrutture finanziarie, sanità , approvvigionamento idrico, acque reflue, infrastrutture digitali, fornitori di tecnologie informatiche e comunicazione (Ict), nonché aziende legate alle attività spaziali, dovranno garantire standard di sicurezza più elevati.
Altri ambiti considerati rilevanti includono i servizi postali, la gestione dei rifiuti, la filiera chimica, il comparto alimentare, la produzione di dispositivi tecnologici, i fornitori di servizi digitali (compresi i social) e le organizzazioni di ricerca. La pubblica amministrazione rientra anch’essa nel quadro, insieme ad altre realtà significative come gli enti di trasporto pubblico locale.
Il ruolo centrale dell’acn
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) non si limita a coordinare gli interventi in caso di incidenti informatici, ma suddivide le aziende in due categorie: essenziali e importanti. Questa classificazione determina il livello degli obblighi e il peso delle sanzioni, proporzionandoli all’influenza che l’impresa esercita sul sistema economico e sui servizi fondamentali.
Le Pubbliche Amministrazioni centrali rientrano tra i soggetti essenziali, mentre le altre realtà verranno classificate sulla base di criteri come il settore e la dimensione aziendale.
Come capire se la tua azienda rientra nella nis2
A partire dal 1° dicembre 2024, le imprese potranno utilizzare la piattaforma dell’Acn per valutare la propria posizione.
Un punto di contatto interno all’azienda inserirà le informazioni richieste, tra cui il codice fiscale, il codice Ipa e i codici Ateco relativi alle attività svolte.
In seguito, l’Acn invierà un link di convalida e richiederà ulteriori dati, come l’indicazione della normativa europea applicabile e la definizione della dimensione aziendale. Questo processo consentirà di stabilire se l’impresa rientra tra i soggetti nis2 e, in caso affermativo, se figura come essenziale o importante.
Determinati fornitori – ad esempio quelli di cloud computing, data center, servizi di registrazione dei nomi di dominio, reti di distribuzione dei contenuti, motori di ricerca, mercati online e piattaforme social – dovranno rispettare scadenze più brevi, registrandosi entro il 17 gennaio 2025. Entro il 31 marzo 2025 l’Acn informerà le aziende dell’eventuale inserimento negli elenchi nis2.
Da aprile 2025 saranno definiti gli obblighi specifici e a maggio le imprese torneranno sul portale per aggiornare i dati, entrando ufficialmente nel nuovo contesto di sicurezza cibernetica. Questa procedura si ripeterà ogni anno, garantendo un monitoraggio costante.
Cosa comportano i nuovi obblighi
La nis2 stabilisce che le aziende adottino misure per rafforzare la sicurezza informatica, garantire la continuità operativa e prepararsi alla gestione e riparazione rapida degli eventuali danni. L’organo di amministrazione della società dovrà approvare e controllare l’implementazione delle misure e assicurare un’adeguata formazione del personale.
Entro ottobre 2026, le imprese dovranno adottare politiche per valutare i rischi, proteggere i sistemi e le reti, difendere le catene di approvvigionamento, utilizzare tecniche di cifratura dei dati e verificare l’affidabilità del personale.
Dal 2026 sarà obbligatorio segnalare al Csirt Italia gli incidenti cyber significativi entro 24 ore dalla scoperta, con aggiornamenti successivi a 72 ore e un rapporto completo entro un mese. Questa procedura favorirà una risposta più rapida ed efficace agli attacchi, migliorando la capacità di contrastare il crimine informatico.
Per affrontare la NIS2 con un approccio realmente incisivo, ogni organizzazione dovrebbe avviare una valutazione del rischio mirata, volta a identificare con precisione i punti critici dei propri sistemi digitali. In questo modo, l’azienda può stabilire priorità d’intervento e mettere a punto un approccio strutturato, in cui ciascun attore comprenda con chiarezza i propri compiti, favorendo decisioni coordinate e tempestive.
Per mantenere standard di protezione elevati, conviene effettuare controlli periodici e aggiornare costantemente le soluzioni di cybersecurity. Questo può includere:
- Sessioni regolari di penetration testing, utili a individuare vulnerabilità prima che possano essere sfruttate da malintenzionati.
- Un calendario di revisione trimestrale delle policy di sicurezza, affinché l’infrastruttura resti sempre al passo con le nuove sfide digitali.
Le conseguenze delle violazioni
La non conformità ai requisiti stabiliti dalla NIS2 comporta implicazioni significative sia per le finanze aziendali sia per la reputazione. Inadempienze e comportamenti negligenti possono tradursi in sanzioni onerose imposte dalle autorità , oltre a incidere profondamente sul valore del brand, incrinando la fiducia di partner, clienti e stakeholder.
Interruzioni operative innescate da minacce come ransomware o Distributed Denial of Service (DDoS) generano tempi di fermo e costi di riparazione elevati, mentre dal punto di vista legale emergono rischi di responsabilità civili e contenziosi, soprattutto se vengono compromessi dati sensibili.
Un’organizzazione vittima di una grave violazione informatica rischia di perdere competitività sul mercato, poiché la diffusione di notizie negative e la mancanza di fiducia da parte degli investitori possono rallentare l’innovazione e minare la stabilità finanziaria.
I benefici nel dotarsi di un servizio esterno di sicurezza informatica aziendale
Affidarsi a un provider specializzato in cybersecurity significa acquisire competenze di alto livello, supportate da una conoscenza costantemente aggiornata delle tecniche di attacco emergenti. Un partner esterno può integrare strumenti avanzati quali threat intelligence, analisi dei dati in tempo reale e prevenzione automatizzata, sollevando il personale interno dal monitoraggio quotidiano di eventi e minacce.
Un Security Operation Center (SOC) dedicato, ad esempio, è in grado di rilevare attività anomale sulle reti aziendali e di gestire in modo tempestivo le strategie di incident response, prevenendo l’esposizione prolungata a vulnerabilità . Questa sinergia garantisce un’efficace pianificazione delle misure difensive, poiché il team esterno monitora i continui aggiornamenti normativi, adattando le soluzioni agli standard più recenti.
In tal modo, l’organizzazione resta focalizzata sul core business, contando su un’infrastruttura di sicurezza resiliente e in perenne evoluzione.
L’importanza del monitoraggio continuo
Un programma di verifica permanente dello stato di salute dei sistemi IT consente di adottare un approccio proattivo nella gestione delle vulnerabilità . Le minacce informatiche subiscono mutamenti rapidi, richiedendo l’impiego di vulnerability assessment e penetration test con cadenza regolare, così da rilevare eventuali punti deboli prima che possano essere sfruttati.
I dati raccolti durante queste analisi favoriscono aggiornamenti costanti alle policy e alle configurazioni di sicurezza. In presenza di segnali d’allarme, un sistema di alerting automatico e procedure di escalation ben definite accelerano la risposta agli incidenti, riducendo i danni potenziali.
Con un controllo sistematico su dispositivi, reti e applicazioni, non solo si salvaguarda la continuità operativa, ma si assicura anche la conformità ai requisiti delineati dalla NIS2, caratterizzata da livelli di protezione sempre più rigorosi.
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