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OpenDNS abbandona il Belgio sotto la pressione di blocchi anti-pirateria

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In una mossa sorprendente, Cisco ha annunciato la sospensione del suo servizio OpenDNS in Belgio a partire dal 16 aprile 2025, in risposta a unโ€™ordinanza giudiziaria che imponeva il blocco di siti accusati di pirateria o multe salatissime fino a 100.000 euro al giorno. La decisione, riportata da TorrentFreak, segna un nuovo capitolo nel dibattito globale tra libertร  di accesso a Internet e misure anti-pirateria, sollevando interrogativi sulla sostenibilitร  dei servizi DNS pubblici in contesti regolatori sempre piรน restrittivi. Ecco cosa รจ successo e cosa significa per utenti e industria tecnologica.

Il contesto: unโ€™ordinanza contro la pirateria

OpenDNS, un servizio di risoluzione DNS acquisito da Cisco nel 2015, offre unโ€™alternativa ai resolver DNS forniti dagli ISP, garantendo maggiore sicurezza, velocitร  e possibilitร  di filtraggio dei contenuti. La sua popolaritร  deriva dalla capacitร  di bypassare alcune restrizioni locali, rendendolo unโ€™opzione attraente per gli utenti che vogliono accedere a siti bloccati, inclusi quelli legati alla pirateria.

In Belgio, tuttavia, unโ€™ordinanza giudiziaria ha messo OpenDNS nel mirino. Sebbene i dettagli del provvedimento non siano stati resi pubblici da Cisco, TorrentFreak riferisce che il tribunale belga ha richiesto a OpenDNS di implementare blocchi DNS per impedire lโ€™accesso a siti web accusati di distribuire contenuti piratati, come streaming sportivi non autorizzati o piattaforme di torrent. In caso di mancata conformitร , Cisco rischiava multe giornaliere di 100.000 euro, una cifra insostenibile anche per un colosso tecnologico.

Di fronte a questa scelta โ€“ adeguarsi o pagare โ€“ Cisco ha optato per una terza via: sospendere completamente il servizio in Belgio, interrompendo lโ€™accesso a OpenDNS per tutti gli utenti del Paese, senza distinzioni.

Un precedente preoccupante: il caso della Francia

La decisione belga non รจ isolata. Nel giugno 2024, Cisco aveva giร  sospeso OpenDNS in Francia in risposta a unโ€™ordinanza simile, emessa su richiesta del broadcaster Canal+, che mirava a bloccare lโ€™accesso a siti di streaming pirata legati a eventi sportivi come la Champions League. In quel caso, Cisco aveva scelto di abbandonare il mercato francese piuttosto che implementare il โ€œDNS poisoningโ€ richiesto, una tecnica che altera i record DNS per reindirizzare gli utenti lontano dai siti target.

Il caso belga segue un copione simile, ma con una posta in gioco ancora piรน alta. Le multe di 100.000 euro al giorno rappresentano una pressione economica senza precedenti, che mette in discussione la fattibilitร  di operare servizi DNS pubblici in giurisdizioni con normative anti-pirateria aggressive.

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Le implicazioni per gli utenti

Per gli utenti belgi, la sospensione di OpenDNS significa perdere un servizio affidabile utilizzato non solo per accedere a contenuti online, ma anche per migliorare la sicurezza informatica (ad esempio, bloccando siti di phishing) e la privacy. OpenDNS era particolarmente apprezzato da famiglie, scuole e piccole imprese per le sue opzioni di filtraggio personalizzate, che consentivano di limitare lโ€™accesso a contenuti inappropriati senza interventi complessi.

Ora, gli utenti dovranno rivolgersi a alternative come Google Public DNS, Cloudflare 1.1.1.1 o Quad9, ma queste opzioni non sono immuni da pressioni simili. Ad esempio, Google e Cloudflare hanno giร  ricevuto ordini di blocco DNS in Francia e Italia, e Quad9 ha recentemente annunciato che applicherร  blocchi globali per conformarsi a unโ€™ordinanza francese, sollevando critiche per la frammentazione dellโ€™Internet aperto.

Per chi usava OpenDNS per aggirare i blocchi dei provider Internet, la perdita del servizio potrebbe spingere verso lโ€™uso di VPN o altri resolver DNS meno regolamentati, ma ciรฒ comporta costi aggiuntivi o rischi di sicurezza se si scelgono provider poco affidabili.

Un dilemma per i fornitori di servizi DNS

La vicenda di OpenDNS in Belgio evidenzia una tensione crescente tra titolari dei diritti dโ€™autore, che spingono per misure anti-pirateria sempre piรน severe, e fornitori di infrastrutture Internet, che si trovano costretti a scegliere tra conformitร  e abbandono del mercato. Cisco ha motivato la sua decisione con lโ€™impossibilitร  di operare sotto minacce finanziarie cosรฌ pesanti, ma la mossa solleva interrogativi piรน ampi:

  • Responsabilitร  dei fornitori DNS: I servizi come OpenDNS non ospitano contenuti piratati nรฉ controllano le attivitร  degli utenti. Tuttavia, i tribunali li considerano โ€œintermediariโ€ obbligati a cooperare, anche a costo di alterare la neutralitร  della rete.
  • Frammentazione di Internet: Blocchi DNS locali, come quelli richiesti in Belgio e Francia, rischiano di creare unโ€™Internet โ€œbalcanizzataโ€, dove lโ€™accesso ai contenuti varia drasticamente da Paese a Paese, minando lโ€™idea di una rete globale aperta.
  • Costi operativi: Implementare blocchi DNS richiede risorse tecniche e legali significative, un peso che molti provider, specialmente quelli piรน piccoli, non possono sostenere.

La decisione di Cisco di abbandonare il Belgio potrebbe ispirare altre aziende a seguire la stessa strada, riducendo la disponibilitร  di servizi DNS pubblici affidabili e spingendo gli utenti verso soluzioni meno sicure o piรน costose.

Il contesto belga: una lunga battaglia contro la pirateria

In Belgio, la lotta alla pirateria online รจ attiva da anni. Sebbene non esista un registro pubblico completo dei siti bloccati, gli ISP locali hanno implementato blocchi basati su DNS hijacking per impedire lโ€™accesso a piattaforme come The Pirate Bay e altri siti di torrent, spesso su pressione della Belgian Anti-Piracy Federation (BAF). Questi blocchi, perรฒ, sono facilmente aggirabili tramite DNS alternativi o VPN, il che ha spinto i titolari dei diritti a puntare su fornitori come OpenDNS.

Lโ€™ordinanza contro OpenDNS sembra parte di una strategia piรน ampia per chiudere le โ€œfalleโ€ nei sistemi di blocco, ma la sospensione del servizio dimostra che questa pressione puรฒ avere conseguenze inaspettate, danneggiando non solo chi cerca contenuti piratati, ma anche utenti legittimi che si affidano a OpenDNS per scopi quotidiani.

Cosa aspettarsi per il futuro

Lโ€™uscita di OpenDNS dal Belgio non risolve il problema della pirateria, ma sposta il campo di battaglia. I titolari dei diritti potrebbero ora prendere di mira altri resolver DNS, come Google o Cloudflare, che finora hanno resistito a ordini di blocco con difese legali, sostenendo che tali misure sono inefficaci (gli utenti possono usare VPN) e sproporzionate (colpiscono infrastrutture di base anzichรฉ i veri responsabili).

Nel frattempo, il caso rafforza il dibattito sullโ€™equilibrio tra protezione del copyright e libertร  di Internet. Organizzazioni come lโ€™I2Coalition hanno avvertito che ordinanze come questa rappresentano una minaccia al commercio digitale e allโ€™innovazione, creando barriere tecniche e frammentando la rete globale. Per gli utenti belgi, la perdita di OpenDNS รจ un promemoria della complessitร  di questo scontro, dove le soluzioni legali possono generare piรน problemi di quanti ne risolvano.

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