Paralizzato torna a parlare (e cantare) grazie a un impianto cerebrale

Mentre tutti guardano a Elon Musk e al suo Neuralink, un team di scienziati dell’Università della California, Davis, ha fatto qualcosa di straordinario: ha restituito voce — e perfino melodia — a un paziente paralizzato affetto da SLA, grazie a un innovativo impianto cerebrale. E lo ha fatto senza dover “leggere la mente”.

La tecnologia, ancora in fase sperimentale, è basata su quattro microarray di elettrodi impiantati direttamente nell’area del cervello responsabile del linguaggio. Questi captano i segnali nervosi che il paziente invia quando tenta di parlare e, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, li traducono in voce sintetica in tempo reale — con un ritardo inferiore ai 10 millisecondi. Il risultato? Una comunicazione fluida, comprensibile e perfino personalizzata.

Ma la vera magia sta nei dettagli. Grazie a una rete neurale addestrata su vecchie registrazioni della voce del paziente, il sistema riproduce la voce originale, con tono, accenti, inflessioni e persino intonazioni emotive. Incredibilmente, il paziente è riuscito anche a “cantare” tre note distinte usando solo il pensiero.

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Questa tecnologia non si limita a pronunciare parole. Riconosce interiezioni naturali come “ehm” o “uh”, ed inoltre è capace di riprodurre parole inventate, domande, esclamazioni e variazioni melodiche — un risultato impensabile fino a poco tempo fa.

Per ora, è stata testata solo su un paziente, ma l’orizzonte si apre già su nuove possibilità per persone affette da mutismo, afasia o altre condizioni neurologiche che compromettono il linguaggio. I neuroscienziati la definiscono “una svolta nella neuroprotesi”.

In un mondo dove le Big Tech fanno a gara per fondere uomo e macchina, UC Davis ha riportato l’attenzione sull’essenziale: ridare voce a chi l’ha persa, non per profitto, ma per umanità.

Fonte

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