Pavel Durov accusa l’UE: “Sorveglianza di massa e censura mascherate da protezione dei bambini”

Pavel Durov non le manda a dire. Il fondatore di Telegram, da anni voce critica contro i tentativi dei governi di controllare la comunicazione digitale, questa volta punta il dito contro l’Unione Europea. E lo fa con accuse pesantissime: sorveglianza di massa, censura preventiva e un uso “manipolatorio” del tema della protezione dei minori.
Il suo intervento è arrivato su X (ex Twitter), dove ha commentato un post dello sviluppatore danese David Heinemeier Hansson. Quest’ultimo aveva messo in evidenza una contraddizione inquietante: un esponente del Partito Socialdemocratico danese, promotore di leggi durissime sulla scansione dei messaggi privati in nome della tutela dei minori, è stato a sua volta condannato per possesso di migliaia di contenuti pedopornografici.
Per Durov, questo episodio non è un caso isolato, ma la prova di come il potere stia sfruttando il tema dell’infanzia come leva emotiva per imporre strumenti tecnologici intrusivi, creando un precedente pericolosissimo per la privacy di milioni di cittadini europei.

Leggi anche:
La denuncia di Durov: “L’UE usa i bambini come scusa per spiarti”
Secondo il fondatore di Telegram, Bruxelles starebbe portando avanti da anni strategie che – sotto la narrazione della sicurezza online – aprono la strada a un nuovo modello di comunicazione completamente controllata. Uno dei punti più controversi è la cosiddetta scansione client-side, ovvero l’analisi automatica di foto, video e messaggi direttamente dal dispositivo dell’utente, prima ancora che questi vengano inviati.
Uno strumento che, di fatto, equivale a mettere una telecamera in ogni telefono, in ogni casa, in ogni chat privata.
Durov sottolinea inoltre un dettaglio che definisce “rivelatore”: i funzionari dell’UE sarebbero esentati da tali sistemi di controllo. In pratica, mentre ai cittadini comuni verrebbero scansionati messaggi, file e conversazioni, i membri delle istituzioni resterebbero immuni.
Un’asimmetria inquietante che, secondo Durov, smaschera il vero obiettivo di tali misure: non la protezione dei più vulnerabili, ma il consolidamento del potere attraverso la sorveglianza pervasiva.
Sorveglianza, ipocrisia e potere: il contesto politico dietro la polemica
Il commento di Durov arriva in un momento storico in cui l’UE sta spingendo con forza regolamentazioni sempre più aggressive: dal Chat Control alle norme sull’identificazione obbligatoria degli utenti, fino alla richiesta di accessi privilegiati ai dispositivi personali.
E per l’imprenditore russo-emiratino, il caso danese evidenziato da Hansson dimostra quanto queste politiche siano intrise di ipocrisia. Chi propone norme così invasive sarebbe spesso lo stesso che, dietro le quinte, non rispetta neppure le basi etiche che dice di voler difendere.
Per Durov, la dinamica è chiara: usare il panico morale legato alla protezione dei minori come paravento politico, convincere l’opinione pubblica che “non c’è scelta”, e nel frattempo costruire un modello di società dove tutto passa attraverso filtri, algoritmi e controlli centralizzati.
Un’Europa che, secondo lui, rischia di scivolare in un ecosistema in cui la libertà digitale diventa un lusso concesso solo ai vertici politici.
Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:
- Google News: bit.ly/gurugooglenews
- Telegram: t.me/guruhitech
- X (Twitter): x.com/guruhitech1
- Bluesky: bsky.app/profile/guruhitech.bsky.social
- GETTR: gettr.com/user/guruhitech
- Rumble: rumble.com/user/guruhitech
- VKontakte: vk.com/guruhitech
- MeWe: mewe.com/i/guruhitech
- Skype: live:.cid.d4cf3836b772da8a
- WhatsApp: bit.ly/whatsappguruhitech
Esprimi il tuo parere!
Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.
Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].
Scopri di più da GuruHiTech
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
