PC e smartphone sempre più costosi: la carenza di memoria minaccia nuovi rincari

Chi sperava in un calo dei prezzi di PC e smartphone nel prossimo futuro farebbe bene a rivedere le proprie aspettative. Secondo le ultime analisi di mercato, i dispositivi elettronici sono destinati a costare di più, e il motivo è uno dei più classici e temuti dall’industria: la carenza di componenti critici. Questa volta sotto i riflettori non ci sono chip generici o processori, ma la memoria, in particolare DRAM e NAND, elementi fondamentali per qualsiasi computer o telefono moderno.
Il problema non è teorico né lontano nel tempo. I produttori stanno già facendo i conti con una disponibilità sempre più limitata e con costi in crescita, una combinazione che difficilmente può essere assorbita senza conseguenze per il consumatore finale. Quando il prezzo dei componenti sale e i margini si assottigliano, l’aumento dei listini diventa quasi inevitabile.
A lanciare l’allarme sono gli analisti di IDC, secondo cui la situazione potrebbe avere un impatto diretto e pesante sul mercato globale. Se la carenza di DRAM dovesse peggiorare, le vendite di PC potrebbero calare addirittura dell’8,9% nel 2026. Anche nello scenario più ottimistico, in cui l’offerta restasse stabile ai livelli attuali, il mercato subirebbe comunque una contrazione del 4,9%, ben lontana dal -2,4% previsto in precedenza. Un segnale chiaro di quanto la memoria sia diventata il vero collo di bottiglia dell’elettronica moderna.

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Perché i produttori stanno già preparando aumenti di prezzo
Di fronte a questo scenario, i produttori di PC non stanno certo a guardare. Per compensare il calo delle vendite e l’aumento dei costi, i rincari sono già sul tavolo. Secondo IDC, i prezzi dei computer potrebbero aumentare fino all’8% nei prossimi cicli commerciali. Marchi come Dell, Lenovo, HP, ASUS e Acer hanno già confermato che la crescita dei prezzi è ormai difficile da evitare.
Il quadro si complica ulteriormente guardando al medio termine. Secondo le previsioni, la carenza di DRAM e NAND potrebbe protrarsi almeno fino al 2027, anche a causa della transizione di Microsoft verso una nuova generazione di PC basati sull’intelligenza artificiale, molto più esigenti in termini di memoria, dopo la fine del supporto a Windows 10. Più memoria richiesta per ogni dispositivo significa meno unità disponibili e prezzi più alti per tutti.
Gli effetti non si fermeranno ai computer. Anche il mercato degli smartphone è destinato a subire contraccolpi. In uno scenario moderato, il prezzo medio dei telefoni potrebbe aumentare tra il 3 e il 5%. In uno scenario più negativo, si parla addirittura di rincari compresi tra il 6 e l’8%. A soffrire di più saranno i marchi con margini ridotti, come Xiaomi, realme, OPPO, vivo, Honor e Huawei, che avranno meno spazio per assorbire l’aumento dei costi senza ritoccare i listini.
Diversa la situazione per Samsung e Apple, che possono contare su ampie riserve di memoria già acquistate, sufficienti a coprire i prossimi 18–24 mesi. Una protezione temporanea che però non elimina il problema, ma lo rimanda soltanto.
Il messaggio, per i consumatori, è piuttosto chiaro. Se stai pensando di cambiare PC o smartphone, aspettare potrebbe non essere la scelta migliore. La memoria è diventata la nuova variabile critica del mercato, e quando scarseggia, il conto arriva sempre alla fine della catena.
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