Phishing, smishing, vishing: cosa sono e come non farsi fregare

Ti è mai arrivata un’email che sembra troppo bella per essere vera? Tipo “Hai vinto un viaggio da sogno, clicca qui!”. O magari un messaggio sul telefono che dice “Il tuo conto è stato bloccato, manda i tuoi dati subito”. Ecco, probabilmente hai avuto a che fare con phishing, smishing o vishing. Nomi strani, lo so, ma sono trucchetti che i furbi della rete usano per fregarci. Siediti un attimo, ti racconto di cosa si tratta e come riconoscerli, così la prossima volta li mandi a quel paese senza problemi.
Phishing: la trappola classica

Partiamo dal phishing, il nonno di tutti questi inganni. È quella roba che ti arriva via email, spesso travestita da qualcosa di ufficiale. Magari sembra una mail della tua banca che ti chiede di aggiornare la password, o un avviso da Amazon che dice “il tuo pacco è in ritardo, clicca qui per i dettagli”. Il trucco? Ti spingono a cliccare su un link che ti porta dritto in una pagina finta, dove magari metti username, password o, peggio, i dati della carta. Io una volta ci sono quasi cascato con una mail che sembrava di PayPal – per fortuna ho controllato meglio l’indirizzo del mittente, ed era una schifezza tipo “paypal.support123@gmail.com”. Se puzza di falso, probabilmente lo è.
Smishing: il messaggino insidioso

Poi c’è lo smishing, che è praticamente il phishing ma via SMS. Sai quei messaggi che ti arrivano all’improvviso, tipo “Urgente: il tuo abbonamento sta scadendo, clicca qui per rinnovarlo”? O magari “Abbiamo rilevato un accesso sospetto, verifica il tuo conto”. È lo stesso gioco, solo che invece di intasarti la posta ti colpiscono sul telefono. L’altro giorno mia sorella ha ricevuto un SMS che sembrava della sua banca, con un link per “sbloccare” il conto. Per fortuna mi ha chiesto un parere prima di cliccare – era un sito farlocco pronto a rubarle tutto. La differenza col phishing? Solo il mezzo: l’SMS arriva diretto, e spesso ci caschi perché sembra più personale.
Vishing: quando ti chiamano per ingannarti

E infine c’è il vishing, che è un po’ più subdolo perché usa la voce. Qui non ci sono email o messaggi, ma una bella telefonata. Ti squilla il cellulare e dall’altra parte c’è uno che si spaccia per un impiegato della banca, o magari dell’assistenza tecnica. “Signore, c’è un problema col suo conto, mi serve il codice che le abbiamo mandato per sistemarlo”. Oppure: “Il suo computer è infetto, mi dia l’accesso remoto”. Una volta un tizio ha chiamato mio zio dicendo che era dell’agenzia delle entrate e gli servivano i dati per un rimborso – per fortuna ha riattaccato subito. Col vishing ti prendono di sorpresa, giocano sulla fiducia e sul fatto che una voce sembra più “reale”.
Come sono diversi e perché ti fregano

Allora, ricapitoliamo: il phishing usa l’email, lo smishing gli SMS, il vishing il telefono. La differenza sta nel come ti raggiungono, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: fregarti i dati o i soldi. Il phishing è il più vecchio e diffuso, lo smishing è veloce e diretto, il vishing punta sull’effetto “parlo con una persona, sarà vero”. Quello che li rende pericolosi è che sembrano sempre più veri: i messaggi sono ben scritti, i numeri sembrano locali, le email copiano i loghi ufficiali. È facile abbassare la guardia, soprattutto se sei di corsa o distratto.
Non farti pescare: qualche trucco per difenderti
Ma sai una cosa? Non è così difficile proteggersi. Io faccio così: se arriva un’email o un messaggio sospetto, non clicco mai subito. Controllo chi manda – se l’indirizzo è strano, cestino. Se è un SMS, non rispondo e verifico sul sito ufficiale della banca o dell’azienda, senza usare il link che mi danno. E se mi chiamano? Chiedo chi sono, prendo tempo, riattacco e richiamo io il numero ufficiale. Insomma, usa il buon senso: nessuno ti regala niente, e la banca non ti chiede la password per telefono. Mai.
Insomma, phishing, smishing e vishing sono come pescatori che lanciano esche diverse – email, messaggi, chiamate – ma sempre per acchiapparti. La buona notizia è che, una volta che li conosci, non è così difficile schivarli. La prossima volta che ti arriva qualcosa di sospetto, fermati un attimo, respira e pensa: “Mi sa che ci stanno provando”. Con un po’ di attenzione, quei furbi non ti prenderanno mai.
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