Pirateria sportiva: il retroscena dietro alla chiusura del sito “CALCIO”

È la notizia che scuote il mondo dello streaming illegale: ACE (Alliance for Creativity and Entertainment) e DAZN hanno annunciato di aver messo fine a Calcio, il portale pirata numero uno per lo sport in diretta in Italia. Un colosso del web, nato e gestito dalla Moldavia, un Paese che per anni è stato definito un rifugio sicuro per la pirateria, dove le notifiche DMCA venivano ignorate come spam.
Eppure, contro ogni previsione, proprio da lì arriva una delle più clamorose chiusure degli ultimi anni.
Un impero del calcio pirata con oltre 130 domini
Secondo ACE, Calcio generava 123 milioni di visite all’anno, con un traffico mensile di oltre 6 milioni di utenti italiani. L’80% del pubblico accedeva per una ragione ben precisa: guardare gratis la Serie A, insieme ad altre competizioni calcistiche di alto livello.
Il resto del traffico arrivava da Spagna, Stati Uniti, Germania e Francia.
Per anni, i tentativi di blocco sono stati vanificati da una rete di 134 domini “fantasma” che spaziavano da calcio.autos a calcio.buzz, fino a estensioni bizzarre come .beauty e .hair. Un arsenale pensato per eludere i sequestri e aggirare ogni provvedimento AGCOM.
Eppure, all’improvviso, il sito è sparito.

Un’uscita di scena “misteriosa”
La chiusura non ha nulla del classico blitz spettacolare. Nessun ringraziamento alle autorità locali, nessun dettaglio operativo. ACE si è limitata a dire che l’operatore moldavo avrebbe “accettato di cessare le operazioni”. Un epilogo sorprendente, considerando che la Moldavia è nota per la scarsa cooperazione nei casi di pirateria e per il suo ruolo di hub europeo “no-DMCA”.
Ma il tempismo non sembra casuale. Proprio quest’estate, la Moldavia — che punta a entrare nell’Unione Europea entro il 2030 — ha intensificato la collaborazione con Bruxelles e con l’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale. A giugno, i rappresentanti moldavi hanno partecipato al Summit Internazionale sull’Enforcement della Proprietà Intellettuale ad Atene, pochi giorni prima che i domini “Calcio” iniziassero a migrare sotto il controllo di ACE. Coincidenza?

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Un colpo che cambia il panorama
La caduta di Calcio arriva a pochi giorni dall’annuncio della chiusura di Streameast, altro colosso internazionale dello streaming illegale. Un segnale chiaro: i detentori dei diritti stanno accelerando la guerra ai pirati, con l’USTR (Ufficio del Rappresentante per il Commercio USA) che ha già promesso di concentrare i suoi sforzi proprio sullo sport in diretta.
DAZN non ha perso tempo a celebrare l’operazione:
“Chiudere attività illegali come Calcio è fondamentale per proteggere i tifosi, salvaguardare i posti di lavoro e preservare il valore e l’integrità dello sport in diretta”, ha dichiarato Ed McCarthy, COO di DAZN Group.
Dello stesso tenore le parole della Motion Picture Association:
“La pirateria abbatte il valore commerciale delle trasmissioni ben prima del fischio finale, danneggiando broadcaster, leghe e tifosi”, ha commentato Larissa Knapp, vicepresidente MPA.
Pirateria in Moldavia: un futuro incerto
Per anni la Moldavia è stata considerata un rifugio per i gestori di siti pirata, al punto che in molti la definivano “il nuovo paradiso dei torrent e delle IPTV”. Ma l’obiettivo di aderire all’UE cambia le carte in tavola.
Il piano di lavoro del 2025 della AGEPI (Agenzia Statale per la Proprietà Intellettuale) prevede infatti la piena collaborazione con le associazioni dei titolari di diritti europei e americani. In altre parole: i margini per “giocare sporco” stanno per ridursi.
Un duro colpo, ma non la fine del gioco
La chiusura di Calcio segna un punto a favore di ACE e DAZN, ma la storia insegna che la pirateria si reinventa sempre. Con oltre 130 domini già sequestrati, restano da capire due cose:
- Quanto durerà questo silenzio prima che spunti un “nuovo Calcio” altrove.
- Se la Moldavia manterrà davvero la linea dura, o se la sua apparente cooperazione è solo una mossa politica in vista dell’Europa.
Per ora, resta un dato: uno dei siti pirata più popolari d’Italia è stato abbattuto proprio nel luogo dove nessuno si aspettava di vedere un cedimento.
Uno scoop che segna un nuovo capitolo nella lunga guerra tra i colossi dello sport e i re dello streaming illegale.
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