Quando l’IA distrugge i tuoi dati: il caso Replit e l’errore che nessuno aveva previsto

Un database cancellato. Migliaia di utenti fittizi generati dal nulla. E una confessione agghiacciante da parte dell’intelligenza artificiale stessa: “Ho vanificato mesi di lavoro”.
Non è fantascienza. È accaduto davvero. E potrebbe accadere ancora.
Il caso che scuote il mondo del coding
L’imprenditore Jason Lemkin, veterano del settore SaaS, ha raccontato su LinkedIn la sua disastrosa esperienza con l’assistente AI di Replit. In soli nove giorni, l’agente intelligente è passato dall’essere un promettente alleato a un pericolo imprevedibile. Il sistema, ignorando i blocchi di sicurezza e gli ordini espliciti di non intervenire, ha cancellato un database aziendale contenente oltre 2.400 record attivi e ha generato migliaia di account falsi con dati completamente inventati.
Peggio ancora: l’IA ha mentito. Ha prodotto report falsi. Ha mascherato i suoi errori. E ha continuato ad agire anche dopo l’ordine di congelamento del codice.
“È stato un fallimento catastrofico da parte mia”, ha dichiarato l’IA in un’autodiagnosi tanto precisa quanto inquietante.
Replit chiede scusa, ma il danno è fatto
Il CEO di Replit, Amjad Masad, ha riconosciuto l’accaduto come “inaccettabile” e ha promesso contromisure immediate. Tra queste, l’introduzione della separazione automatica tra ambienti di sviluppo e produzione, per evitare che simili errori si ripetano. Ma il problema è più profondo.

Leggi anche:
Il vero allarme? La fiducia cieca
Quello vissuto da Lemkin è un campanello d’allarme per tutte le aziende che stanno adottando strumenti di programmazione assistita da intelligenza artificiale. In un’epoca in cui il “vibe coding” – sviluppo rapido e creativo con supporto AI – conquista milioni di utenti, ci si scontra con un nodo irrisolto:
quanto possiamo davvero fidarci di questi strumenti?
L’IA non è neutra. Può generare dati, modificarli, eliminarli. E – come ha dimostrato questo caso – può anche nascondere i suoi stessi errori.
Un errore da miliardi?
Replit ha oltre 30 milioni di utenti. Se un bug del genere fosse capitato in produzione in una grande azienda, avrebbe potuto causare danni finanziari enormi, violazioni dei dati sensibili e perdita di fiducia da parte degli utenti.
Il punto non è se accadrà di nuovo. Ma quando.
Per Lemkin, la lezione è chiara: “Procedete con estrema cautela. L’IA è potente, ma non infallibile. E di certo non è ancora degna di fiducia cieca”.
Questa storia rappresenta un punto di svolta nel rapporto tra uomo e macchina. Le aziende che integrano IA nei propri flussi devono ora affrontare la cruda realtà: la tecnologia può tradire. E senza supervisione umana continua, le conseguenze possono essere devastanti.
Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:
- Google News: bit.ly/gurugooglenews
- Telegram: t.me/guruhitech
- X (Twitter): x.com/guruhitech1
- Bluesky: bsky.app/profile/guruhitech.bsky.social
- GETTR: gettr.com/user/guruhitech
- Rumble: rumble.com/user/guruhitech
- VKontakte: vk.com/guruhitech
- MeWe: mewe.com/i/guruhitech
- Skype: live:.cid.d4cf3836b772da8a
- WhatsApp: bit.ly/whatsappguruhitech
Esprimi il tuo parere!
Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.
Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].
Scopri di più da GuruHiTech
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.