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Samsung blocca lo sblocco: addio al bootloader aperto su One UI 8?

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Se siete tra quegli utenti Android che amano smanettare, personalizzare, flashare ROM alternative o installare kernel modificati… preparatevi a una brutta notizia. Le ultime versioni beta di One UI 8 basate su Android 16 stanno introducendo un cambiamento che potrebbe segnare la fine del bootloader sbloccabile su scala globale.

Fino ad oggi, Samsung aveva applicato questa restrizione solo ai modelli destinati al mercato statunitense, ma qualcosa è cambiato. E non in meglio.

Un interruttore che scompare: il menu sviluppatore è stato “castrato”

A lanciare l’allarme è stato l’utente @salvo_giangri, che ha pubblicato su X un confronto diretto tra il menu sviluppatore di una vecchia versione di One UI e quella più recente. E la differenza è chiara: l’opzione per lo sblocco OEM del bootloader è semplicemente sparita.

Non nascosta. Non spostata. Disattivata a livello di codice.

Questo significa che chi aggiorna alla nuova versione potrebbe non essere più in grado di sbloccare il proprio dispositivo, e quindi non potrà più installare custom ROM, Magisk, kernel modificati, né ottenere root. In pratica, uno dei capisaldi dell’ecosistema Android — la libertà — viene silenziosamente ridotto.

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I primi modelli colpiti: Fold7, Flip7 e Galaxy Tab S9

Le segnalazioni si stanno moltiplicando sui forum XDA e su Reddit. A quanto pare, la modifica è già attiva nelle build stabili di One UI 8 per Galaxy Z Fold7 e Galaxy Z Flip7, e anche nei firmware di test per Galaxy Tab S9 e Galaxy S24.
Samsung, al momento, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma il trend è evidente: una chiusura progressiva verso le modifiche avanzate da parte degli utenti.

Se questo comportamento verrà confermato come parte integrante della nuova politica software dell’azienda, Samsung potrebbe allinearsi definitivamente ad Apple sul fronte del controllo totale del dispositivo.

Perché questo dovrebbe preoccupare (anche chi non fa modding)

Anche se non siete esperti di modding, questa mossa ha implicazioni più ampie. Lo sblocco del bootloader non è solo uno strumento per i nerd: è un simbolo di controllo sul proprio dispositivo, e la sua rimozione rafforza la tendenza delle aziende a chiudere l’hardware per vincolare l’utente all’ambiente ufficiale.

Chi lavora nel campo dello sviluppo, della sicurezza o semplicemente vuole ottenere il massimo dal proprio smartphone, ora si trova di fronte a un’ulteriore barriera arbitraria, imposta dall’alto.

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