Sfida tra intelligenze artificiali: DeepSeek batte ChatGPT e Gemini nel trading di criptovalute

Quando le macchine giocano in Borsa, non tutte vincono: solo una ha saputo trasformare 10.000 dollari in un successo clamoroso.
Le intelligenze artificiali non scrivono più soltanto testi o generano immagini: ora fanno trading di criptovalute. E secondo un curioso esperimento raccontato da Decrypt, solo una di loro è riuscita davvero a comportarsi come un trader professionista.
Durante una competizione ad alta tensione, diversi modelli di AI — tra cui DeepSeek, Grok (di Elon Musk), Claude Sonnet 4.5 di Anthropic, GPT-5 di OpenAI e Gemini 2.5 Pro di Google — hanno ricevuto 10.000 dollari ciascuno per negoziare contratti futures sulla piattaforma Hyperliquid.
L’obiettivo era semplice: generare strategie di trading, decidere quando comprare e vendere, gestire il rischio e, naturalmente, fare profitti.
DeepSeek e Grok dominano i mercati digitali
Il risultato? DeepSeek si è imposto come il miglior trader tra tutte le intelligenze artificiali in gara, chiudendo con profitti superiori al 25%. Subito dietro, Grok e Claude hanno mostrato una sorprendente capacità di adattamento ai movimenti del mercato.
Le altre IA, invece, non hanno retto la pressione. GPT-5 e Gemini 2.5 Pro hanno registrato perdite superiori al 28%, penalizzate da strategie troppo conservative e da un ritmo operativo eccessivamente prudente. GPT-5, in particolare, ha effettuato pochissime operazioni — evitando i grandi crolli, ma anche le opportunità di guadagno.

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L’AI che pensa come un analista
Il successo di DeepSeek non è casuale: il modello è stato addestrato su enormi quantità di dati finanziari reali, con un focus specifico sulle dinamiche dei mercati crypto. La sua capacità di analizzare pattern, interpretare oscillazioni e prendere decisioni in tempo reale lo ha reso superiore alle IA “generaliste”, dimostrando che l’addestramento settoriale fa la differenza.
Anche Grok, l’AI “ribelle” di Musk, ha sorpreso gli analisti con un approccio più aggressivo ma comunque efficace, alternando operazioni rischiose a chiusure tempestive, quasi come un vero trader umano.
Ma anche le IA possono “impazzire”
Nonostante i successi, la sfida ha messo in luce un lato inquietante: le IA possono perdere soldi — e tanti — con la stessa facilità con cui li guadagnano.
Le “allucinazioni” dei modelli linguistici — cioè la tendenza a generare informazioni inventate o a fraintendere i dati — diventano pericolosissime quando si parla di mercati reali.
Gli esperti mettono in guardia: “Nel trading automatizzato, un errore di calcolo o un’interpretazione errata di un trend possono trasformare un algoritmo brillante in una macchina da perdite.”
Ecco perché, per quanto affascinante, l’idea di lasciare che un’intelligenza artificiale gestisca un portafoglio reale resta ancora un esperimento ad alto rischio.
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