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Sviluppata una batteria commestibile per gli impianti

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L’Istituto Italiano di Tecnologia ha scoperto come alimentare dispositivi medici ingeriti e impiantabili: basta produrre la stessa batteria ingerita. Il tratto gastrointestinale umano la digerisce entro un’ora, durante la quale produrrà la quantità di energia necessaria.

L’anodo della batteria è costituito da riboflavina (vitamina B2) e il catodo da quercetina. Entrambe le sostanze si trovano naturalmente in varie piante e altri alimenti. Il carbone attivo, invece, serve a migliorare ulteriormente la conduttività. L’elettrolita è a base d’acqua e il separatore – una membrana permeabile tra l’anodo e il catodo che impedisce i cortocircuiti – è fatto di alghe nori. Infine, la batteria ha due contatti in lamina d’oro alimentare e un rivestimento in cera d’api sull’anodo e sul catodo.

La batteria si carica a 0,65 volt e fornisce una corrente di 48 microampere per 12 minuti o di pochi microampere per 60 minuti. Questo è sufficiente per alimentare piccoli dispositivi elettronici come i LED a bassa potenza.

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Secondo i ricercatori, questa tecnologia rappresenta un importante passo avanti nella medicina elettronica. le sedobatterie sono fatte di materiali biocompatibili e possono essere ingerite senza effetti collaterali.

Le sedobatterie si dissolvono nel corpo umano e forniscono energia agli impianti. In questo modo, gli impianti possono funzionare in modo continuo senza la necessità di sostituzione della batteria. Questa tecnologia fa avanzare la medicina elettronica e migliora la qualità della vita dei pazienti che necessitano di impianti.

I ricercatori stanno già lavorando su ulteriori sviluppi della tecnologia, come l’utilizzo di materiali specifici per migliorare la durata delle batterie e la capacità di fornire energia a impianti più sofisticati.

Nel complesso, questa nuova tecnologia può contribuire ad aumentare la durata degli impianti e a migliorare la qualità della vita dei pazienti che ne hanno bisogno.

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