Taiwan, assolti i “cacciatori di pirati”: crolla il caso di copyright trolling

Un’operazione giudiziaria che sembrava la più grande manovra antipirateria di Taiwan si è conclusa con un colpo di scena: sei uomini accusati di estorsione ai danni di utenti BitTorrent sono stati assolti.
Il piano: caricare film per poi fare causa
Il meccanismo era semplice quanto controverso. La società Truth Intellectual Property Consulting, guidata dall’ex studente di legge Kevin Lin, aveva ottenuto i diritti esclusivi su diversi film da Vie Vision Pictures e Applause Entertainment.
Gli stessi film venivano caricati su BitTorrent, attendendo che i pirati li scaricassero. Una volta identificati, gli utenti ricevevano citazioni in giudizio con richieste di risarcimento.
La spartizione dei proventi era chiara: il 20% andava ai detentori dei diritti, l’80% a Truth Intellectual Property. Un modello che i media locali hanno ribattezzato “scarafaggio da copyright”.
937 cause, ma pochi soldi
Dal 2021 al 2022, la società ha intentato 937 cause, ma solo 25 si sono concluse con risarcimenti, per un totale inferiore ai 30.000 dollari. L’impatto sulle procure e sui dipartimenti di polizia, però, è stato enorme: centinaia di procedimenti hanno intasato il sistema giudiziario.
La prima condanna
Il tribunale distrettuale di Taipei aveva dichiarato Lin e i suoi collaboratori colpevoli di aver gestito “contenziosi a scopo di lucro”, violando la legge sugli avvocati. Lin era stato condannato a 10 mesi di carcere (convertibili in multa), mentre gli altri imputati avevano ricevuto pene da 6 a 8 mesi.

Leggi anche:
L’assoluzione in appello
Il 25 settembre 2025, la Alta Corte di Taiwan ha ribaltato tutto, assolvendoli con formula piena. Secondo i giudici, l’accusa non è riuscita a dimostrare né l’intenzionalità né i profitti diretti degli imputati.
Le prove presentate erano “contraddittorie” e in parte speculative. La Corte ha stabilito che l’accordo di licenza non violava la legge e che le attività della Truth Intellectual Property, per quanto discutibili, non configuravano un reato.
Kevin Lin esulta sui social
Dopo tre anni di processi e accuse mediatiche, Lin ha celebrato la vittoria con un post sui social:
“Ho sopportato accuse infondate e trattamenti ingiusti. Questo verdetto è una tardiva ma necessaria rivendicazione. Dimostra che ho sempre agito nella legalità.”
Un caso simbolo
Il processo ha messo in luce i limiti delle strategie di copyright trolling: un’area grigia del diritto che sfrutta le falle normative più che difendere realmente la proprietà intellettuale.
Per ora, la sentenza della Corte segna la fine del caso, ma lascia aperto un interrogativo più ampio: dove finisce la tutela del copyright e dove inizia l’abuso legale?
Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:
- Google News: bit.ly/gurugooglenews
- Telegram: t.me/guruhitech
- X (Twitter): x.com/guruhitech1
- Bluesky: bsky.app/profile/guruhitech.bsky.social
- GETTR: gettr.com/user/guruhitech
- Rumble: rumble.com/user/guruhitech
- VKontakte: vk.com/guruhitech
- MeWe: mewe.com/i/guruhitech
- Skype: live:.cid.d4cf3836b772da8a
- WhatsApp: bit.ly/whatsappguruhitech
Esprimi il tuo parere!
Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.
Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].
Scopri di più da GuruHiTech
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.